Eminem era in ginocchio contro il razzismo al Super Bowl? Perché? Quel che è certo che, durante l’Halftime Show del Super Bowl 2022, l’artista di Detroit si è accasciato al suolo e non per un malore. E’ stato un gesto voluto, uno dei più significativi della serata a cui hanno assistito più di 100 milioni di telespettatori americani a cui va aggiunto tutto il pubblico mondiale legato a questo evento unico della NFL. Cosa voleva dirci il rapper di “My name is”?

Eminem in ginocchio contro il razzismo al Super Bowl: le cause

Tutto nasce dai tempi recenti della presidenza Trump che si espresse contro i giocatori che si inginocchiavano al posto di alzarsi in piedi con orgoglio durante l’inno. In particolare iniziò con lo sportivo Kaepernick poi seguito da altri atleti, non solo di football, non solo in America. Al giocatore provocatore non è stato rinnovato il contratto ma, dopo una lunga causa alla National Football League (NFL), nel 2019 ha raggiunto un accordo economico. Oltre al lato economico, e qua veniamo a Eminem in ginocchio contro il razzismo al Super Bowl, le accuse di razzismo contro la NFL hanno convinto cantanti afroamericani a declinare l’invito ad esbirsi all’halftime show.

La cronaca

Anche se non di origini afro-americane, Eminem, circondato da una band, con Dr. Dre e Anderson Paak alla batteria, ha rifatto il gesto di Kaepernick dopo aver cantato “Lose Yourself”:

“In un primo momento il gesto è stato letto come un imprevisto momento di ribellione alle regole della NFL. In un’intervista concessa al New York Times, il portavoce della lega Brian McCarthy ha invece spiegato che era previsto: il rapper lo aveva fatto durante le prove. McCarthy ha aggiunto che non vi è alcuna regola che vieti ai giocatori di inginocchiarsi.”

L’Halftime Show del 2022

Era destinato a far parlare di sé quest’evento, non solo per Eminem in ginocchio contro il razzismo al Super Bowl:

“Lo spettacolo di ieri sera, il primo della storia con il rap assoluto protagonista, arriva dopo altri due halftime show curati da Roc Nation. La cura degli show è stata affidata alla società di intrattenimento di Jay-Z per rafforzare la lotta per la giustizia sociale da parte della lega. Il rapper aveva parlato dell’accordo come di una opportunità per ispirare il cambiamento nel Paese.”

Al netto degli esegeti, i critici però così hanno liquidato il cast:

“E’solo una mossa di marketing da parte della lega, desiderosa di rifarsi l’immagine.”

Le dichiarazioni di Roc Nation

Desiree Perez, CEO di Roc Nation, non si lascia prendere in giro. Con le principali testate così s’è espressa.

“Ipotizziamo pure che si tratti di una mossa cinica da parte di NFL per usarci. Finché saremo in grado di fare cose che loro normalmente non farebbero e finché saremo in grado di parlare a un pubblico che solitamente non raggiungiamo coi nostri messaggi, sarà comunque un successo.”

Parole pesanti di una società che, otre a quello di quest’anno, ha già prodotto altri due Halftime Show:

  • quello di Jennifer Lope e Shakira del 2020, passato alla storia come un caso clamoroso di Latino Pride
  • quello di The Weekend del 2021