Gli studenti scendono in piazza: al centro della protesta le conseguenze della pandemia, la maturità e alternanza scuola lavoro. Le più importanti piazze italiane sono oggi il teatro di un corteo nazionale, partito a Roma, alle 9.30, da Piramide e arrivato sotto alla sede del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere.

Alla stregua degli studenti romani anche quelli di Milano, Palermo, Genova, Bari, Firenze, Perugia Torino, Verona, Padova, Varese, Lodi, Agrigento, Taranto, Venezia, Latina, Pisa, Modena e altri centri che hanno messo al centro della loro protesta l’organizzazione e le conseguenze della pandemia, le nuove disposizioni in merito all’esame di maturità e la questione al centro degli ultimi dibattiti nazionali: lo sfruttamento dell’alternanza scuola lavoro.

Alternanza scuola-lavoro e maturità: gli studenti in piazza

“La nostra non è una passeggiata. Confindustria che tu sia maledetta. La nostra protesta grida vendetta”. Sono gli slogan urlati dal movimento studentesco in piazza a Torino per la morte del 18enne Lorenzo Parelli durante l’alternanza scuola-lavoro in una azienda a Udine. “Siamo determinati a ricordare che di lavoro e di scuola non si deve morire”.

ANPI condanna le cariche violente contro gli studenti

La Segreteria Nazionale ANPI “condanna le violente cariche delle forze dell’ordine contro gli studenti. L’eventuale presenza di agenti provocatori non può mai giustificare violenze indiscriminate. Brucia ancora la drammatica esperienza di Genova nel 2001.”
L’ANPI si dimostra stupita che il contrasto fra le cariche contro gli studenti e l’inerzia delle forze dell’ordine in altre circostanze ben più pericolose, una per tutte la manifestazione di Roma egemonizzata da Forza Nuova il 9 ottobre 2021 che sfociò nell’ignobile assalto alla sede nazionale della CGIL.

Secondo la segreteria, spetta a chi dirige le forze dell’ordine la responsabilità dell’equilibrio nelle decisioni che si assumono. A maggior ragione è vero in circostanze in cui la protesta si indirizza contro l’aberrante piaga delle vittime del lavoro e, in questo tristissimo caso, del ragazzo deceduto durante lo stage scuola-lavoro, al cui proposito proprio ieri il Presidente della Repubblica ha affermato: ‘Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli'”

La questione maturità

Per quanto riguarda il ritorno alle prove scritte alla maturità come ‘prova di normalità’ non piace agli studenti bolognesi, che hanno chiesto le dimissioni del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

E’ stata presa, protestano, una decisione “che non tiene conto dei problemi che questa didattica in tre anni con la pandemia e la Dad ha causato a noi studenti”.

Intervenendo al microfono, gli studenti urlano di essere stati dimenticati: “siamo stanchi delle vostre bugie”, si legge in uno striscione. Quello che brucia è il ritorno a un metodo pre-pandemia, “cercando di ristabilire una normalità malata perché ha delle radici marce- spiega Miriam Calcagnile del collettivo Osa- e non è coerente con i tempi e i modi con cui la scuola sta andando avanti in questi anni”.

Il futuro alla prova

E a conferma di una scuola considerata come “sempre più manageriale e sempre più professionalizzante, che non fa i bisogni di noi studenti”, arriva anche la notizia che oltre al ritorno dei due scritti sulle materie di indirizzo è stata tolta la tesina interdisciplinare, dove gli studenti potevano dare un po’ di più il proprio pensiero critico, dimostrare il  percorso scolastico.

Così invece “la scuola ci forma come individui che devono obbedire e seguire uno schema preciso di competenze, quando non tiene conto di tutti i problemi che sta causando, come ad esempio il disagio psicologico, che è stato gravissimo in questi anni, dovuto a una malagestione della pandemia che ha tenuto noi studenti come ultima ruota del carro”, conclude la studentessa.