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    1 commento su “La direzione del PD: fra Quirinale e ricerca di convergenze”

    1. È difficile immaginare che il desiderio di Silvio Berlusconi di salire al Quirinale come Presidente della Repubblica, possa svanire nel nulla per qualche incertezza sul numero di votanti parlamentari a lui favorevoli. Ognuno al suo posto, per quanto dicano quelli a lui vicino, farebbero altrettanto con un’occasione ghiotta ed irripetibile del centro destra compatto a lui favorevole. E sarebbe in ogni caso non una candidatura super partess, ma di parte.
      Gli altri PD, LEU e M5S si può ritenere si rendano conto che un conto è ciò che si ripete all’infinito circa una scelta condivisa da tutti ed un altro è ciò che non si dice ma che bolle in pentola. E ci saranno i voti del gruppo misto come ago della bilancia, con l’incognita di Italia Viva che grazie al segreto dell’urna potrà far riemergere quell’anima di sinistra dei membri, meno presente nel loro leader e quindi senza i suoi condizionamenti.
      Anche l’incontro tra Letta, Conte è Speranza, sebbene nulla sia trapelato e tutto rimanga sospeso, neanche fosse una riunione dei servizi segreti, lascia presagire abbia come contenuto una contromossa dal significato “politico” non partitico, bensì inerente alcuni valori etici e di civiltà. Quali ad esempio il riscatto ampiamente meritato di una donna giusta e sopra le parti, un ministro tecnico, ingiustamente perseguitata nello svolgimento delle proprie funzioni istituzionali, proprio dal Centro Destra. E sto parlando del Ministro dell’Iterno Luciana Lamorgese, di cui Vittorio Sgarbi, di cui tutto si può dire, tranne che sia di sinistra, ha detto: “Lamorgese è un capro espiatorio della cacciata di Salvini dal ministero dell’Interno”. Claudio Maffei

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