E’ morta Silvia Tortora, giornalista per tv e carta stampata, figlia del conduttore televisivo Enzo Tortora. E’ mancata stanotte in una clinica romana all’età di 59 anni. Nata a Roma il 14 novembre del 1962, Silvia Tortora, sorella maggiore di Gaia, ha collaborato tra il 1985 e il 2004 con Giovanni Minoli a Mixer e alla trasmissione La Storia Siamo Noi. Qui ha realizzato varie puntate su Mia Martini, Renato Vallanzasca, il Terremoto a San Giuliano di Puglia, Francesco Totti, Vendute (storia di baby prostitute), C’era una volta Portobello (la storia di un programma e di un uomo Enzo Tortora), Corrado, La prima vittima e Non ci resta che Benigni.

Silvia Tortora, le nozze nel 1990

Nel 1990 diventa moglie dell’attore francese Philippe Leroy, da cui ha avuto due figli: Philippe e Michelle.

L’attività lavorativa

Silvia Tortora, tra il 1988 e il 1997, ha lavorato al settimanale Epoca. Nel 1999 ha vinto il nastro d’argento al Festival di Taormina come miglior soggetto cinematografico col film di Maurizio Zaccaro “Un uomo perbene.” Nel 2002 ha curato il libro Cara Silvia e nel 2006 ha pubblicato Bambini Cattivi. A partire dal 2009 ha condotto Big con Annalisa Bruchi in onda su Rai3 in otto puntate, protagonisti otto grandi personaggi: Mario Monicelli, Giulio Andreotti, Gianpaolo Pansa, Renzo Arbore, Mariangela Melato, Umberto Veronesi, Andrea Camilleri, Giovanni Minoli.

Il racconto dell’arresto del padre Enzo Tortora

Tra i momenti più delicati della vita di Silvia Tortora c’è l’arresto del padre, Enzo, nel 1983. E’ stato uno dei momenti esistenziali più bui per la giornalista romana. In una intervista rilasciata, tempo fa, sul tema dichiarava: “La notte dell’arresto ero a Roma, dovevamo vederci per festeggiare mia sorella Gaia, ma la mattina alle sei meno un quarto un’amica di mia madre ha chiamato a casa dicendo di aver sentito la notizia alla radio. Mia madre credeva fosse uno scherzo, invece, alle nove ci siamo rese conto che l’assurdità era vera. Ci siamo parlati a telefono alle nove e tre quarti, ma non ci siamo detti niente, siamo scoppiate a piangere entrambi. Mia madre è stata molto coraggiosa ha preso subito la situazione in mano e ha cominciato a dirgli quanto fosse irreale una situazione del genere. I giorni dopo l’arresto sono passati velocemente, ma in una situazione irreale di accuse e infamie. Mio padre è un uomo che ha sempre lottato contro le infamie, ma è stato ridotto ad una situazione di impotenza. E’ una tragica, assurda, demenziale e inaccettabile situazione. Mio padre è un uomo di assoluta onestà intellettuale.”

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