Sidney Poitier è morto a 94 anni.
La notizia è stata confermata da Fred Mitchell, ministro degli Affari Esteri delle Bahamas e riportata dai media locali.

Sidney Poitier: la carriera

Originario delle Bahamas ma nato a Miami nel 1927, mentre i suoi genitori erano in viaggio negli Stati Uniti, Poitier si trasferì a New York quando aveva 15 anni.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale ci fu l’incontro con la recitazione, dapprima a teatro e poi al cinema, dove, all’inizio degli anni Cinquanta, si fa notare in alcune pellicole come Uomo bianco, tu vivrai! di Joseph L. Mankiewicz e Il seme della violenza del 1955 per la regia di Richard Brooks. Che Sidney Poitier sia destinato a fare la storia di Hollywood, diventa chiaro nel 1958, quando riceve la nomination agli Oscar come miglior attore protagonista per La parete di fango di Stanley Kramer, insieme al suo partner sul set Tony Curtis. È la prima volta che un nero ottiene una nomination dall’Academy, e il premio vero e proprio arriva, infatti, solo sei anni dopo per I gigli del campo di Ralph Nelson.

La sua carriera di attore si affiancò da subito a quella di attivista. Nel 1967, Poitier fu, infatti, protagonista di tre pellicole che affrontavano, con modi e toni diversi, la questione razziale negli Stati Uniti: La scuola della violenza, di James Clavell, La calda notte dell’ispettore Tibbs di Norman Jewison e Indovina chi viene a cena? di Stanley Kramer.
L’attore è stato anche un diplomatico del governo delle Bahamas, servendo come ambasciatore in Giappone dal 1997 al 2007.

Il volto del cambiamento degli anni Sessanta

Sidney Poitier è morto ma la sua è stata una figura fondamentale nel cinema statunitense degli anni Sessanta.
Mentre l’America sprofondava nell’incubo del Vietnam e delle morti di John Kennedy, Martin Luther King e Malcolm X, l’attore portava sullo schermo la faccia progressista di una nazione che pretendeva giustizia e uguaglianza, dopo anni di violenza e diritti negati.
Un percorso sicuramente accidentato, come confermano le parole di Steven Spielberg, regista del recente remake di West Side Story. Non a caso, dopo Poitier nessun altro attore nero vinse l’Oscar come protagonista fino al 2002, quando a riuscirci fu Denzel Washington per Training Day. Nel suo discorso di ringraziamento, Washington dedicò alcune parole proprio a Poitier, che in quella stessa edizione aveva ricevuto l’Oscar alla carriera. “Ti starò sempre dietro, Sidney – disse Washington – seguirò sempre i tuoi passi e non c’è nient’altro che preferirei fare”.

Proprio in una recente intervista, l’attore aveva dichiarato che uno dei suoi grandi rimpianti è di non aver avuto la possibilità di recitare insieme a Poitier, che si era ritirato nel 2001.

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