Operatori sanitari positivi. Stefano Barone del sindacato delle professioni infermieristiche Nursind, afferma perentorio a Radio Cusano Campus: “Un tampone rapido ogni 10 giorni non basta per fare un controllo preciso e capillare. Pressione minore su terapie intensive, ma non nei pronto soccorso e nei reparti covid.

Operatori sanitari positivi

“Il personale sanitario non viene messo in condizione di un controllo preciso e capillare, soprattutto per quanto riguarda i medici e infermieri che sono a contatto con pazienti particolarmente fragili. I tamponi rapidi hanno un’attendibilità bassa e non c’è un controllo capillare del personale, aumentando così i contagi anche negli ospedali.”

Situazione covid negli ospedali

“Sicuramente c’è una pressione minore nelle terapie intensive rispetto alle precedenti ondate, ma non è minore la pressione dei pazienti positivi che stazionano nei pronto soccorso e nei reparti covid. Come al solito si arriva sempre tardi nell’ organizzazione e questo crea grande disagio sia nei pazienti sia nel personale. Il problema è l’assenza di posti letto che sono stati tagliati negli anni”.

Sulle aggressioni agli operatori sanitari

“Ci stupisce come dobbiamo riaffrontare di nuovo argomento che abbiamo affrontato spesso in passato –ha affermato Barone-. I temi del sovraffollamento dei pronto soccorso, delle aggressioni colpiscono direttamente il personale impegnato soprattutto in prima linea. Ad esempio potrebbero essere previsti dei presidi di polizia per fare in modo che si possa intervenire immediatamente. Ribadiamo la necessità di intervenire in maniera tempestiva ed incisiva”.

Li chiamavano eroi, ora rivendicano solo diritti non ancora concessi.