In Italia nelle ultime 24 ore si sono registrati oltre 30mila contagi, per la precisione 30.810 nuovi casi di Covid. Sono numeri che maturano a fronte di 343.968 tamponi effettuati. A seguito dell’aumento dei dati c’è anche il classico cambio di rotta del dopo week end: domenica i contagi erano stati 24.883 su 217.052 test. Nella giornata di sabato erano stati 81 i decessi, mentre nella giornata di ieri se ne sono registrati 142. Prosegue inoltre l’aumento di posti letto occupati nei reparti di terapia intensiva (+37) e dei ricoveri nei reparti ordinari (+503). I guariti sono circa diecimila, 9.992 per la precisione. Il tasso di positività, che ieri era fisso all’11,5%, è sceso al 9%.

A maggior ragione, davanti a questi numeri, si cerca di correre ai ripari. Si corre giorno e notte per mantenere bassa la curva dei contagi, anche se il dilagare della variante Omicron mette tutti in allerta. C’è chi, come la regione Lazio, ha deciso di aprire gli hub anche di notte pur di accelerare sulla campagna vaccinale. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. In particolare, spiega D’Amato “negli hub di Roma Termini, Fiumicino aeroporto lunga sosta, Eur piazzale Quadrato della Concordia, Tor Vergata Le Vele e palasport di Tivoli”. Il Lazio, a fronte di questo aumento dei numeri, cerca di invertire la rotta.

Ci si muove anche in Basilicata, in particolare nel settore scolastico. La giunta regionale ha infatti deciso di adottare un provvedimento per far sì che ogni scuola lucana possa avere a disposizione un meccanismo di ventilazione meccanica controllata. Il tutto per migliorare la circolazione dell’aria in funzione anti-Covid. Lo annuncia il presidente della Regione, Vito Bardi, anticipando che nelle scuole sarà avviata “una nuova campagna di screening”. La decisione arriva a margine di una riunione indetta per affrontare la situazione a Matera, dove si registra un “aumento esponenziale dei contagi” e la “criticità più grande” della Basilicata.

I contagi del Covid aumentano: il dibattito sulla quarantena

A tenere banco in questi giorni non è soltanto l’aumento dei contagi e la salita della curva, ma anche la gestione di quelli che sono i casi di persone entrate in contatto con positivi. La durata della quarantena per vaccinati e non è al centro del dibattito, visto il progressivo numero di persone costrette in isolamento fiduciario. Il presidente della fondazione Gimbe Nino Cartabellotta intima di rivedere il quadro generale della quarantena per i vaccinati entrati in contatto stretto con un positivo.

Ogni positivo – ha detto a Radio Cusano Campus – può aver avuto, di media, dai 5 ai 10 contatti. Se dovessimo avere un milione di positivi vuol dire che potrebbero esserci dai 5 ai 10 milioni di contatti da mandare in quarantena e questo non è possibile. Chi ha fatto il vaccino con la terza dose è più difficile si contagi e quindi bisognerebbe rivedere le regole per questa categoria. La persona vaccinata anche con terza dose deve vedere la sua quarantena ridotta”.

Dello stesso avviso il virologo Fabrizio Pregliasco e Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova. Questo, spiegano in coro, è volto a evitare quella che, numeri alla mani, si tradurrebbe in una paralisi del Paese dal punto di vista produttivo e lavorativo. Questo è il motivo per il quale l’esecutivo sta valutando varie ipotesi, tra le quali quella di ridurre i tempi di quarantena per chi ha già ricevuto il booster.

È quanto riferisce TgCom24: il sito sottolinea che, qualora una persona abbia ricevuto la terza dose venga a contatto con un positivo, dovrà stare comunque in isolamento fiduciario ma con una durata in corso di valutazione. Al momento la quarantena per un vaccinato venuto in contatto con un positivo è di 7 giorni. Le decisioni, anche del Cts, potrebbero arrivare quando si avranno dati più conclusivi sulla variante Omicron. Intanto è allo studio anche il periodo di quarantena per chi ha completato il ciclo vaccinale con 2 dosi.

Il quadro vaccini e il rischio di quota 100mila casi

Si parla anche dell’anticipo della terza dose a quattro mesi di distanza dalla seconda, come ribadito dal commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Francesco Paolo Figliuolo: “Se dovremo correre di più – spiega lo stesso Figliuolo – lo faremo, ma ci vuole anche cautela, per cui credo che la scelta di anticipare la terza dose a quattro mesi – ribadisce – sia equilibrata”. Nel contesto dialettico si inserisce il quadro critico tracciato dall’Agenas, che fornisce i numeri nei reparti ospedalieri: l’Italia, osserva l’agenzia, ha raggiunto il 12% di occupazione di posti in terapia intensiva, superando la soglia critica fissata al 10%. L’occupazione in area medica, inoltre, ha raggiunto il limite massimo fissato dai parametri al 15%, con un aumento dell’1%.

Davanti a questi numeri di contagi da Covid arrivano le rassicurazioni e i moniti del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Sul fronte scolastico arriva una conferma: “Dal 10 gennaio si torna in presenza a scuola”. Tuttavia, specifica lo stesso Sileri, “è verosimile che nei prossimi giorni si arrivi a 100mila contagi al giorno ma se non tutti vanno in ospedale, per la scuola non vedo un grande problema”. Insomma, davanti ai nostri occhi ci attendono giorni difficili, anche e soprattutto per lo sviluppo della variante Omicron. Sembra, con questi dati, di tornare indietro nel tempo, ma la soluzione per uscirne è sempre la medesima: vaccini, monitoraggio e rispetto delle regole.