Inaugurato l’anno accademico 2021-2022 dell’Università Niccolò Cusano. Si è svolta questa mattina presso la sede di via don Carlo Gnocchi l’inaugurazione dell’anno accademico 2021-2022 dell’Università Niccolò Cusano. I lavori si sono aperti con la relazione del Magnifico Rettore, Prof. Fabio Fortuna, che partendo dal binomio istruzione e sport ha ricordato gli sforzi sostenuti durante questi mesi di pandemia per continuare a garantire un diritto sancito dalla Costituzione per poi ribadire la fiducia nella scienza, che pur in un contesto inedito, ha saputo reagire fornendoci gli strumenti e le risposte per poter guardare al futuro con moderato ottimismo.

Il discorso del Rettore Fabio Fortuna

L’impatto della pandemia si è riverberato soprattutto sull’economia del paese – ha ricordato il Magnifico Rettore nel corso della sua relazione – e il contesto in cui l’Università Niccolò Cusano ha dovuto operare è oggi all’insegna di una ripresa tanto globale quanto domestica testimoniata dai numeri dei maggiori organismi internazionali che fissano le previsioni di crescita del Pil per il prossimo anno è di oltre il 5%. Nel 2021 “l’Italia per la prima volta dopo decenni si trova ai primi posti in ogni classifica, siamo andati al di là di ogni più ottimistica previsione e nessuno poteva prevedere che l’Italia potesse avere un comportamento così brillante”, ha sottolineato il Prof. Fortuna che ha poi aggiunto come “l’occupazione resti ancora un problema in particolare quella giovanile”. L’alto grande problema, ha proseguito il Magnifico Rettore, è il debito pubblico: “un fardello incredibile che si è creato e che sarà una colpa delle generazioni precedenti, ma che non dovrà scoraggiare le generazioni che verranno, ma che a oggi resta una necessità per investire e non per sopperire a esigenze momentanee di cassa”.

L’intervento del presidente del Coni Giovanni Malagò

La prolusione è stata affidata al Presidente del Coni, Giovanni Malagò. “Rappresento 14 milioni di italiani e sono un civil servant, volontario, ma a differenza di qualsiasi altra carica nel paese io sono eletto da tutti quei 14 milioni di italiani che a ogni livello eleggono chi rappresenta le loro istanze e credo che questo sia qualcosa di molto particolare, tipico, ed è la caratteristica decisiva su cui c’è stato un formidabile braccio di ferro con la politica in tempi recenti. Noi dobbiamo essere obbligatoriamente indipendenti, siamo assoggettati a due ordinamenti: quello ordinario, come cittadino italiano, e quello del Comitato olimpico internazionale”. Il numero uno del Coni ha ricordato poi come sia sempre stato un “fautore della politica sportiva, declinata in tanti modi, dall’attività di base ai grandi eventi” e delle complicazioni legate a quest’ultimi quando riferite alla costruzione di nuovi impianti, complicazioni che solo l’organizzazione di grandi eventi può risolvere.

Le conclusioni a Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano

La conclusione dei lavori è stata affidata al Presidente del CdA, nonché fondatore dell’Università Niccolò Cusano, Stefano Bandecchi. La missione – ha esordito – è quella di riportare lo studio e lo sport alla vita di tutti i giorni . “Voglio scrivere una lettera a tutti i giovani per dire loro che se nella vita si pratica uno sport si capisce che difficilmente si arriva a un risultato senza allenamento e senza sacrificio”. L’Italia ha un ritardo di trent’anni in termini di visione rispetto ai suoi competitor internazionali e la colpa – ha proseguito Bandecchi – è della scuola e delle Università, ma ancor prima della visione politica, sino ad oggi astratta e dilettantesca”. Da qui l’intenzione di rivolgersi ai giovani, il miglior investimento per il futuro di un paese che perde terreno tanto nell’economia quanto nelle nascite. Per Bandecchi “l’Italia è un paese privo di visione per la creazione d’industria e di lavoro: e il sacrificio è l’unica strada per riuscirci”.