Spose bambine. Secondo l’Unicef oggi in tutto il mondo, oltre 650 milioni di donne e ragazze sono state sposate quando erano ancora minorenni. Ogni anno almeno 12 milioni di ragazze si sposano prima di aver compiuto 18 anni. Nei paesi meno sviluppati il 40% delle ragazze si sposa prima dei 18 anni e il 12% delle ragazze prima dei 15 anni e la pratica è particolarmente diffusa nei paesi colpiti dal conflitto e in emergenza umanitaria.

Spose bambine in Italia: l’indagine

Il matrimonio minorile rappresenta una grave violazione di diritti umani ed è una grave forma di violenza sessuale e di genere sui minori. In Europa, l’età fissata per il matrimonio è la maggiore età e alcuni, soprattutto in applicazione della Convenzione di Istanbul, hanno introdotto il reato di matrimonio forzato. L’Italia ha introdotto il reato di matrimonio forzato attraverso il cosiddetto “codice rosso”, tuttavia la legge ancora permette – sia pure in casi eccezionali – il matrimonio minorile a partire dai 16 anni.  In occasione delle celebrazioni della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, Non C’è Pace Senza Giustizia e The Circle Italia Onlus hanno presentato al Senato della Repubblica “Spose Bambine: Indagine sui matrimoni minorili in Italia”.

Il contenuto di questa recente indagine ha l’obiettivo di sensibilizzare su questo fenomeno ancora poco conosciuto in Italia e di mobilitare istituzioni e società civile verso gli standard internazionali di diritti umani che lo Stato italiano si è impegnato a rispettare. Alla presentazione sono intervenute la Senatrice Emma Bonino, Elena Bonetti, Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Giulia Schiavoni, Programma Genere e Diritti Umani, NPSG e Adelaide Corbetta, Presidente, The Circle Italia Onlus.

Un fenomeno presente soprattutto in Italia

La Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati,  ha scritto un messaggio nel quale ribadisce quanto questo prezioso lavoro dedicato ai matrimoni infantili consenta di accendere i riflettori su un fenomeno grave e preoccupante che ancora caratterizza, in dimensioni quantitative significative, paesi e società di tutto il mondo e che purtroppo è presente anche in Italia e colpisce soprattutto le donne. In particolare Casellati ha richiamato all’attenzione delle Istituzioni, chiamate ad una ulteriore e più incisiva assunzione di responsabilità perché, accanto alle misure legislative già adottate, possano essere favorite tutte quelle forme di educazione e formazione che permettano di superare stereotipi, pregiudizi e norme sociali arcaiche.

Una presa di consapevolezza

“I matrimoni giovanili e forzati sono in realtà un’autorizzazione allo stupro, se non si vuole edulcorare la realtà. Si tratta di una tradizione nefasta che caratterizza ancora alcune culture. La necessità non è tanto di una situazione normativa, che fortunatamente esiste in Italia, ma di una presa di consapevolezza: le donne sono sempre considerate di altri, per questo dobbiamo ribadire ancora che ‘io sono mia’, slogan che rimane sempre attuale nonostante risalga a più di quarant’anni fa”.

Integrazione per l’attivismo e il lavoro

L’augurio che questa indagine con le sue raccomandazioni possa servire da integrazione per l’attivismo e il lavoro già in corso arriva da Giulia Schiavoni, Programma Genere e Diritti Umani, NPSG che ha affermato quanto il lavoro possa contribuire a iniziative da parte dello stato perché il matrimonio minorile venga reso più visibile e conosciuto e perché vengono implementate iniziative che contribuiscano alla prevenzione, alla risposta e all’assistenza alle vittime.

Cosa vuoi fare da grande?

Nel report realizzato da NPSG e commissionato da The Circle Italia sui matrimoni infantili si legge: ‘conseguenze negative dirette sulla realizzazione del potenziale umano delle minori’. Cosa vuoi fare da grande è una domanda che a una sposa bambina non puoi fare. Il nostro impegno va a favore della possibilità di poter fare quella domanda e di dare l’opportunità di rispondere, di desiderare.”ha sottolineato Adelaide Corbetta, Presidente The Circle Italia Onlus, ed ha concluso: “Per combattere un nemico bisogna conoscerlo, per questo motivo la ricerca commissionata da The Circle Italia, grazie a una grande raccolta fondi, e realizzata da NPWJ serve a questo. Conoscere i dati dei matrimoni infantili In Italia, dove esistono, e combatterli.”

La presenza delle Istituzioni

A conclusione della conferenza è intervenuta Elena Bonetti, Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, ringraziando per il coinvolgimento delle Associazioni presenti, a confermare l’impegno a livello nazionale e internazionale. “Dobbiamo superare quel tabù sociale che ritiene i matrimoni forzati un fenomeno obsoleto: e invece sono ancora ben presenti, anche in Italia. – dichiara. Dobbiamo quindi farci carico di un impegno per eradicare questo fenomeno, in tutti i contesti internazionali, attraverso il dialogo, la mediazione culturale, le indagini sociali, il potenziamento del numero antiviolenza e stalking 1522 per ampliarne la sfera di gestione delle forme di violenza sulle donne, favorendo l’accesso all’istruzione di tutte le bambine e le ragazze per poter diventare finanziariamente indipendente e lavorativamente competitive”.