Ieri di fatto il presidente della Repubblica Mattarella, citando Giovanni Leone, ha fatto capire che non ci sarà un suo bis e ha dunque aperto ufficialmente la corsa al Quirinale. Sullo sfondo la figura di Mario Draghi, che in questo momento condiziona alcuni passaggi, alcune possibilità che in un periodo normale si sarebbero aperte tranquillamente. C’è chi vorrebbe che restasse a Palazzo Chigi, chi lo vorrebbe al Quirinale e chi lo vorrebbe sia capo del governo che dello Stato. Draghi rappresenta sia un punto di riferimento e una speranza per il Paese, ma anche una figura ingombrante per i partiti che non sanno come uscire da questa situazione. A Draghi è stato chiesto di far uscire il Paese dall’emergenza e quindi credo che dovrebbe rimanere presidente del Consiglio. Un presidente della Repubblica si troverà, non mi sembra una difficoltà così insormontabile. Magari uno tra Prodi e Berlusconi, che appartengono ad un’epoca in cui la politica era molto presente nelle famiglie italiane. Oggi viviamo un momento contrario, dove siamo tutti stanchi e fiaccati dalla pandemia, la politica è uscita di scena, in molti non credono più che la politica possa risolvere le questioni. Tant’è che la fiducia in Draghi non è una fiducia politica, ma tecnica e a tempo, un po’ come quella di Gotham City in Batman.
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Senza zucchero – il punto del Direttore Gianluca Fabi
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