La dottoressa Antonella Spica lavora all’ asl di Bari, da sempre in prima linea nella lotta al covid, dai giorni infernali di marzo 2020, non si è mai concessa una pausa, somministrando in meno di un anno 23mila dosi e il suo record personale in un giorno è di 550. La responsabile dell’unità mobile del reparto di prevenzione della città ha girato la provincia con la sua ambulanza per mesi.

«Ho somministrato vaccini nelle strutture residenziali, in quelle semi-residenziali, a casa dei fragili, ai migranti del Centro richiedenti asilo, a quelli in attesa di essere rimpatriati al Cpr, ai ragazzini autistici del centro Colli-Grisoni, agli afghani arrivati con il ponte aereo. E agli over 80, dimenticavo», afferma.

Lei non si sente un’eroina, anzi “è tutto lavoro di squadra”.

La Regione Puglia l’ha ringraziata pubblicamente sui social:

“Una roccia che rappresenta la Puglia che amiamo di più”.

“Quella che di fronte all’emergenza risponde ogni giorno ‘presente’. Immensa gratitudine. Grazie dottoressa”, recita ancora il messaggio lanciato su Facebook.

“Questo è un lavoro di squadra, sia ben chiaro. E non smetterò di ringraziare il direttore del dipartimento Domenico Lagravinese per la fiducia che ha avuto in me”, commenta Antonella.

“E’ un risultato straordinario – ha confermato il direttore generale dell’Azienda sanitaria, Antonio Sanguedolce – difficile da raggiungere in città così grandi come Bari. I cittadini hanno dato ulteriore prova di estrema fiducia nella vaccinazione che resta l’unica arma efficace capace di proteggere dal Covid”.

La dottoressa ha naturalmente incontrato anche No vax:

«Le perplessità che hanno sono sempre le stesse e si possono smontare: basta fermarsi un attimo e spiegare. L’obiezione che muovono spesso è quella sulla scarsa sperimentazione del vaccino e io, smartphone alla mano, ho dimostrato che non è così. Che nonostante l’approvazione in emergenza del farmaco sono stati seguiti protocolli rigidi. Il più ostico è stato un trentenne arrivato all’hub della Fiera del Levante: di solito i giovani hanno una qualche reticenza per via della disinformazione che circola su Internet, ma alla fine anche lui s’è convinto».