Voto segreto, è ora di cambiare

 

Dopo la “tagliola” approvata ieri al Senato, procedura che di fatto ha affossato il DDL Zan, è lecito chiedersi se abbia ancora senso il voto segreto.

Nell’era della comunicazione nella quale la trasparenza pare sia diventato un valore imprescindibile risulta fortemente anacronistico che in Parlamento si possano fare le cose “di nascosto”. Un cittadino ha infatti tutto il diritto di sapere in che modo voti la classe politica da lui scelta. Una persona deve sapere come si comporta e cosa pensi quel determinato partito o quel determinato parlamentare, specialmente quando si dibattono temi etici e sociali.

Voto segreto utile alla casta

Il voto segreto è uno strumento ad uso e consumo della politica. Quando alcuni temi sembrano essere troppo divisivi allora la politica fugge dalla sua missione, celando agli elettori le sue intenzioni.
Quindi, visto che la politica dovrebbe essere al servizio del cittadino, abbandoni immediatamente certe pratiche. Un domani, quando si andrà a votare, chi si troverà in cabina elettorale vorrà sapere cosa pensava Tizio del DDL Zan oppure Caio sul tema dell’eutanasia. Perché pensare che in Parlamento ci siano delle persone che non hanno neanche il coraggio di esprimere le proprie idee lascia veramente sgomenti.

Le accuse reciproche

Ancora più squallido il teatrino di queste ultime ore con la “caccia ai franchi tiratori”. Pd, Movimento 5 Stelle ed Italia Viva si accusano reciprocamente di avere tra le proprie fila qualcuno che vota con la destra, come se i membri dei vari partiti non sapessero perfettamente chi abbia fatto cosa. Quindi, per favore, ancor per rispetto dell’intelligenza altrui, sarebbe il caso di finirla con questo spettacolo e, per decenza, cercare di andare oltre.