“Nei Centri Commerciali Non C’è Vento – Quaderno Di Un Perditempo”. Una raccolta di aforismi, di riflessioni  sul tempo che passa

La casa editrice Edicusano, Casa Editrice dell’Università Niccolò Cusano, torna con una nuova pubblicazione. Si tratta dell’opera dell’autore Paolo Silvestrini, alla sua settima pubblicazione, ed il suo: “Nei Centri Commerciali Non C’è Vento – Quaderno Di Un Perditempo”. Una raccolta di aforismi, di riflessioni racconta l’autore, sul tempo che passa, sull’amicizia, parlo di politica ma di amori poco, però tra le righe l’amore esce sempre. É una cosa che non avrei potuto fare scrivere d’amore – prosegue Silvestrini – ma poi ad un certo punto ci ritorni sempre, perché le donne fanno parte della nostra esistenza, della nostra vita. É anche un libro di aneddoti, io scrissi un altro libro di questo genere, si chiamava “dettagli di dettagli” edito da EdiLazio nel 2011, sempre di aforismi e li parlavo di donne.

Qual è la grande capacità di uno scrittore?
“La capacità dello scrittore è quella di raccontare una storia che non è sua ma è solamente raccontata. Leggendo il libro ci si potrebbe domandare:” ma quante vite vive questo qua? 48 ore su 24? invece ne vivo 24 come tutti. E ‘la mia settima pubblicazione, portasse fortuna chi lo sa”. Ride (ndr)

E’ un titolo che potrebbe ingannare?
“Nel 1994, Mario Monicelli, scrisse e diresse un film che si chiamava “Cari Fottutissimi Amici”. Il titolo non c’entrava nulla con la trama del film, questo è un titolo un po’ così, che tende a spiazzare, ma all’interno del libro c’è una spiegazione. C’è una breve storia di poche righe di un incontro che feci anni fa in un centro commerciale con una donna che mi salutava ma io non la riconoscevo, poi accade – continua l’autore – che quella donna mi piacque particolarmente ed io tornai in quel negozio dove lei lavorava per portarle qualche fiore, ma girando in tutto il centro commerciale non trovai nessun fioraio. Nel biglietto scrissi le mie scuse, spiegandole e raccontandole che nel centro commerciale ci fossero solamente fiori finti e non veri, perché nel centro commerciale non c’è vento, non c’è pioggia, non c’è acqua, non c’è niente ed è questa la spiegazione.

Qual è l’obiettivo dell’opera?
“Un obiettivo vero nella vita non c’è – spiega Silvestrini – è come quando due persone si rincontrano dopo tanti anni e parlano solo delle cose belle e capiscono che un vero obiettivo nella vita non c’è. Un autore scrive anche per se stesso, ma inconsciamente si pensa all’infinito non al finito e quando pensi all’infinito vuol dire che quella frase, quell’aforisma che hai scritto resterà negli anni, come una canzone. Io sono convinto – conclude l’autore – di aver scritto aforismi molto belli ed è una mia convinzione, ma quando scrivo per il teatro, dei monologhi, che recita un attore, vedo le facce dello spettatore che si va ad impersonare in una mia frase, chi si incavola, chi si commuove, chi sorride e chi ride. Che poi tra sorridere e ridere c’è una bella differenza, è meglio far sorridere che far ridere.

C’è una dedica particolare?
É un libro che ho scritto in tanti anni, perché avevo smesso di scrivere libri, poi piano piano aggiungendo frasi, come una sorta di zibaldone, che è possibile aggiornarlo di volta in volta, il libro è uscito fuori. É’ il riassunto di cinque anni di studio assieme a persone straordinarie come: Dino risi, Mario Monicelli, Ettore Scola, Elio Pandolfi e Moraldo Rossi. Tanti amici che non ci sono più, che mi hanno dato la spinta a scrivere questo libro, grazie ai loro racconti e alle loro cose. Se quelle frasi che scrivo – conclude Silvestrini – non sembrano scritte da un quarantenne ma da un ottantenne, lo devo grazie a loro.