Napoli ridona un sorriso al nostro Calcio, la Lazio…a metà

Benissimo il West Ham e il Lione: crescono le serbe, sgomitano tedesche e una polacca il Legia, che resta prima

Il giovedì è il giorno dell’antica Coppa Uefa, che i “moderni” del calcio d’Europa definiscono Europa League. Le conferme di alcuni paesi crescenti e di altri che annaspano. Quest’ultimo è il caso della Turchia. Con il solo Galatasaray prima in graduatoria del proprio girone (E), e con il Besiktas che in Coppa Campioni ha rimediato una “scoppola” (1-4) dai Campioni del Portogallo. Il Fenerbahce è terzo e penultimo, in Uefa, con il solo Anversa, dietro, a un solo punto.

Qualche segnale importante arriva dal football inteso come Calcio inglese. Il West Ham è a punteggio pieno dopo che siamo al secondo anno in cui la compagine londinese, finalmente, ha cominciato a comprendere il concetto di transizione difensiva. E questo è capitato dopo una valanga di reti subìte nelle partite disputate nella Capitale del Regno Unito, quindi in casa.

Nel Girone A l’orgoglio e la qualità di alcuni rappresentanti individuali tra i giocatori hanno riportato il Lione all’attenzione con 3 vittorie su 3, 9 punti. Tutto ciò nei confronti dello Sparta Praga (4), di un irriconoscibile Rangers di Glasgow, solo 3 lunghezze di dote, e di uno scarso Brondby, 1, che fotografa la crisi d’identità delle compagini danesi.

Un’altra francese, il Monaco, viaggia bene pure in presenza di concorrenti più sostanziose. I 7 punti dei calciatori monegaschi, da due anni indietro, in campionato, sono tanta roba. Questo è uno spesso cammino, se consideriamo i 5 della Real Sociedad, cliente sempre scorbutico da incontrare nella sede continentale, i 4 di un PSV Eindhoven almeno enigmatico, in un raggruppamento che vede al palo l’assai modesto Sturm Graz.

Nel Girone C il Napoli ridona il sorriso al nostro Calcio con il 3-0 imposto alla capolista Legia Varsavia, che resta tale con 6 punti, contro i 4 dei ragazzi di Luciano Spalletti, che sono gli stessi del Leicester, squadra in regresso, e i 3 dello Spartak Mosca. E’ forse il gruppo di squadre più incerto e difficile, da pronosticare.

Insigne, Osimhen e Politano, gli autori delle tre reti dello stadio intitolato all’immenso Diego Armando Maradona. E, cosa di cui tenere conto, sono arrivate dal 76° in poi. Segno che la condizione dei giocatori del Napoli è da tenere sotto osservazione. Perché mantenere lucidità muscolare e nel gioco per tutti i 90′ non è traguardo semplice, da mantenere.

Nel Girone D le gerarchie sono presto spiegate: Francoforte, 7, e Olympiakos del Pireo, 6, sono lontane per il Fenerbahce, 2, e l’Antwerp o Anversa, 1. Sono tornati con il Brondby e i calciatori del Belgio i concetti legati alle squadre-materasso.

La Lazio pareggia a reti bianche con il Marsiglia una gara che presupponeva altri pensieri, visti i tecnici Sampaoli e Sarri. Il Galatasaray ringrazia e si sistema a 7, i biancocelesti romani a 4, i francesi a 3. La Lokomotiv Mosca, 1, praticamente con un piede nel baratro.

Il Girone F è identico al gruppo D: Stella Rossa 7 e Braga a 6, con la danese Midtjylland a 2 e la deludente Ludogorets a un sol punticino. Bene in casa propria, pessima, al di fuori.

Nel Girone G i giochi sembrano quasi fatti con la sola volata per il primo posto finale, a 3 gare dalla fine della prima fase. Leverkusen e Betis di Siviglia a quota 7, Celtic alla prima vittoria (3) sul Ferencvaros, ancora fermo a 0. Chiudiamo l’analisi con il Girone H: primo posto già assegnato al West Ham, 9, ed è difficile sovvertire questo dato, se non impossibile. Le altre sono tutte a 3: la Dinamo Zagabria, reduce da una recentissima eliminazione del Tottenham di Mourinho, quindi club che vuole proseguire la crescita di tipo continentale; Rapid Vienna e Genk.

Complessivamente vanno giudicati benissimo i cammini di Lione e Napoli. Se pensiamo, soprattutto per i calciatori cari ad Aurelio De Laurentiis, cosa stiano combinando in casa nostra. In campionato il Napoli ha suonato ben 8 sinfonie su altrettante partite giocate. E, cosa positiva, sta conquistando i 3 punti, vedi l’ultima partita con il Torino, anche con successi di misura. E anche con queste situazioni, si va lontano. Capello insegnava, ai tempi del Milan scudettato.

Forse la Coppa Uefa quest’anno proporrà dei nomi alternativi alle “solite grandi”. Perché il Calcio non è solo fattore atletico. Ma scoperta dei giovani talenti e motivazioni. In tempi bui sul terreno globale, sono fattori di un certo interesse. E meritano, di essere analizzati.