Carlo Palermo, segretario nazionale di Anaao Assomed, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulla situazione negli ospedali. “Dalla crisi del 2009 i tagli nella sanità sono stati ingenti, per cui il covid ci ha trovati totalmente impreparati a gestire l’emergenza perché eravamo già al di sotto del minimo. Con il covid alcune malattie sono state trascurate, dei 100mila morti in eccesso del 2020 rispetto alla media del quinquennio precedente tra il 25-30% è composto da malati non covid, si tratta di malati oncologici, cardiovascolari, che hanno avuto difficoltà di accesso alle cure perché le terapie intensive e subintensive erano occupati da malati covid. Ora il tasso di occupazione delle TI è gestibile grazie ai vaccini, ma abbiamo un accumulo di interventi diagnostici, chirurgici, di screening che erano stati rimandati e che ora richiedono un surplus di attività per cui non c’è abbastanza personale. E soprattutto la situazione può peggiorare se il flusso di malati covid continuerà ad occupare i letti di terapia intensiva. Per rendere operativo un posto letto ci vuole personale e il personale non c’è. Quest’anno abbiamo ben 17400 contratti di formazione specialistica, però questi specialisti saranno pronti tra 5 anni. Fino al 2025 avremo un problema di risposta del SSN alle richieste di prestazioni sanitarie. Se a questo aggiungiamo che i posti letto in TI sono occupati da no vax, persone che hanno rifiutato il vaccino il disappunto per noi è piuttosto alto e averlo proclamato ci costa minacce. Un minimo di preoccupazione per questo minacce vi è, ma soprattutto vi è il disappunto nel vedere i letti di terapie intensive, che dovrebbero servire ad altri malati, occupati da pazienti che hanno avuto la possibilità di difendersi e non lo hanno fatto. Non è possibile avere ancora un bacino di 3 milioni di ultracinquantenni non vaccinati, questo aumenterà i contagi e di conseguenza anche ricoveri e decessi, una riflessione politica su questa situazione deve essere fatta. Bisogna porsi il problema dell’obbligo vaccinale, anche per difendere i no vax, perché con un obbligo sarebbero costretti a farlo e dunque a difendersi dalla malattia”.