Stefano Fassina, deputato di Leu, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sul blocco dei licenziamenti. “Mi preoccupa molto la reazione iper corporativa di Confindustria con un titolo vergognoso sul loro giornale contro il ministro Orlando –ha affermato Fassina-. Ho trovato preoccupante anche la posizione di Draghi, per cui le politiche del lavoro non possono avere un minimo di autonomia nei confronti degli interessi più forti. Nonostante tutte le chiacchiere fatte all’avvio della pandemia sul fatto che nulla sarà come prima, rischiamo che tante cose saranno peggio di prima. Sul piano politico il governo Draghi arriva dopo che è stato fatto fuori il governo Conte bis perché aveva un’attenzione ai temi sociali che gli interessi forti di questo Paese riteneva inaccettabile. Trovarsi in agenda come obiettivo di politica economica il licenziamenti indica che si vuole puntare ad una concorrenza che ancora una volta più che sulla qualità punta sulla compressione dei costi e del lavoro. Per fargli cambiare idea a questi signori temo che non bastino i seminari, c’è bisogno di aprire una stagione conflittuale finalizzata a trovare un punto di equilibrio che non peggiori ulteriormente le condizioni del lavoro che sono già drammatiche. Il messaggio ai sindacati è stato: state buoni perché sul lavoro decidiamo noi. Dovrebbero smettere quelli che dalle parti del PD dicono che l’agenda Draghi è la loro agenda”.

Sulla modifica del codice degli appalti. “Il punto è che le centrali degli appalti vanno ridotte e qualificate con le figure professionali di cui oggi l’amministrazione pubblica è carente, mentre qui si vuole ripristinare la scorciatoia che è già risultata fallimentare. Va fatta una correzione di rotta, ieri mi pare ci sia stato un primo risultato togliendo il massimo ribasso, ma non brinderei perché si ritorna alla situazione di partenza che non era particolarmente felice. Spero ci siano ulteriori correzioni già in cdm e poi le faremo in Parlamento”.

Sui vitalizi. “La questione è stata affrontata nella maniera corretta a partire dal 2012, i parlamentari e i consiglieri regionali devono essere trattati come tutti gli altri lavoratori, senza accanimenti né privilegi. Dopodichè, per i condannati deve valere quello che vale per gli altri cittadini, dipende dal tipo di condanna, discutere del vitalizio di questo e di quello mi sembra una manifestazione di un assalto alla politica che rischia di degenerare in un assalto al parlamentarismo e alla qualità della nostra democrazia”.

Sulla tassa di successione. “Solo in Italia si può sentir dire che la proposta di Letta sia di sinistra, è chiaramente una proposta liberale. Una proposta che riguarda l’1% dei contribuenti italiani l’hanno fatta diventare una proposta che affama il popolo”.

Sulle elezioni a Roma. “Sono candidato alle primarie del centrosinistra, contro Gualtieri e per una sinistra che rimetta al centro anche nella capitale il lavoro e la giustizia sociale”.