Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulle norme in vigore da oggi. “Credo ci sia stata molta fantasia interpretativa. Quando si è insediato il governo Draghi, si diceva che si sarebbe sentita una sola voce, invece ieri ne abbiamo sentite diverse che ci hanno disorientato. Il coprifuoco è alle 22, secondo me sarebbe stato più coerente con le nuove norme prolungarlo fino alle 23, ovviamente con adeguato potenziamento dei controlli. Questo non è stato fatto, non penso però che debba essere oggetto di interpretazioni, come è sembrato dalle parole di Gelmini e Sibilia. Fare vedere che ci sono discordanze interpretative e voci non univoche non è un bene”.

Sui criteri per i colori delle Regioni. “Dopo 6 mesi di sperimentazione si sono evidenziati dei limiti di questo sistema, bisognerebbe effettuare un tagliando. Oggi non considerare le persone fragili vaccinate è un errore, perché dove più fragili sono vaccinati ci si può permettere qualche riapertura in più. Noi oggi sappiamo che il colore rosso funziona sempre, l’arancione presenta un’efficacia minore e non perfettamente costante, il giallo non determina nessun impatto sulla riduzione dei contagi, soprattutto da quando c’è la variante inglese. Tornando quasi tutta Italia in giallo, è evidente che ci sarà una risalita dei casi, dipenderà dal comportamento dei cittadini quanto rilevante sarà questa salita. I controlli servono, però questo è il momento di una grande alleanza tra politica, cittadini e servizi sanitari”.

Sui dati dell’epidemia. “I dati stanno continuando a migliorare, ma il numero è ancora molto elevato, quindi stiamo riaprendo sul filo del rasoio. Rimangono 10 le Regioni sopra la soglia di saturazione delle terapie intensive. Ci vorranno alcune settimane prima di vedere l’effetto delle riaperture. Ci sono due casi di studio in Italia, il primo è la Sardegna che da bianca è passata a rossa in poco tempo, l’altro è quello della provincia autonoma di Bolzano che ha vaccinato più over 70 e al tempo stesso è la provincia che ha il più basso numero di occupazione degli ospedali, questo vuol dire che la vaccinazione funziona. Si sta discutendo di questioni di lana caprina come il coprifuoco alle 22 o alle 23, al ristorante fino alle 22 portandosi lo scontrino dietro, ma non si sta discutendo sulle fragilità del sistema sanitario, del sistema scolastico, di quello dei trasporti. Al di là del piano graduale delle riaperture non dobbiamo dimenticare che ci sono debolezze di sistema, mi piacerebbe che il governo tirasse fuori un piano di gestione del medio periodo”.