Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sul rischio default per 2,7 milioni di imprese e famiglie. “Ci sono due tipi e due momenti di prestiti, quelli del pre-pandemia e quelli garantiti dallo Stato erogati durante la pandemia –ha affermato Sileoni-. Il problema nasce perché una delle due autorità europee più importanti, l’Eba, sembrerebbe non dare possibilità alle banche di prorogare la scadenza di giugno della moratoria. Lo scenario che si presenta potrebbe far sì che le banche potrebbero chiedere alla clientela di ricominciare a pagare le rate e se i pagamenti ritardano potrebbero classificare i clienti come cattivi pagatori, azzerare tutte le altre esposizioni, negare futuri prestiti e avviare le pratiche di recupero credito. Abbiamo chiesto sia al governo sia alla banca d’Italia di intervenire. Ci vuole una presa di posizione forte perché l’Italia non si può permettere di mettere in difficoltà 2,7 milioni di imprese e famiglie. Il settore bancario italiano dipende dalla Bce e per certi regolamenti dell’Eba, questa Eba è un ufo, perché mentre sappiamo tutto della Bce e della Commissione Ue, all’interno dell’Eba ci sono molti tecnocrati che vivono come se fossero nello spazio, hanno una profonda indifferenza nei confronti della situazione italiana e secondo me anche una certa forma di disprezzo, vanno quindi contrastati, non si può utilizzare la diplomazia con personaggi prevenuti. Bisogna mandare personaggi competenti a rappresentare l’Italia in questi ambiti. Sono certo che il governo Draghi e Bankitalia risolveranno il problema”.