Tratto dal romanzo Addio Ceausescu di Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi, nel film due dei tre protagonisti Pago e Rice, Est – Dittatura Last Minute di Antonio Pisu, è strutturato molto similmente al racconto diario cui si ispira. È l’edulcorata trasposizione cinematografica delle cronache di un viaggio nel regime sovietico, a pochi giorni dalla sua dissoluzione, intrapreso da uno sgangherato trio di giovani romagnoli che, quasi inconsapevolmente, sceglie di gettarsi tra le braccia di una dittatura feroce e lungi dall’essere neutralizzata. In cerca di facili emozioni, ciò che troverà in quel ‘89 di grande fermento, è la storia di un popolo in grande sofferenza, le lotte e le speranze dei rumeni per un futuro libero e migliore. 

I motivi per partire sono diversi: c’è chi tenta di dimenticare la fidanzata che lo ha lasciato, chi è appassionato di storia, politica e viaggi in paesi lontani da documentare, chi tra una partita e l’altra del Cesena ha imparato lingue diverse e vuole metterle a frutto. In questo breve soggiorno nell’Europa dell’Est, i tre si imbattono in personaggi stravaganti, uno tra tutti Emil, rumeno in fuga dalla dittatura. Conosciuto a Budapest in circostanze non poco sospette, affida alla banda una valigia da consegnare alla famiglia ancora in patria e sotto il giogo di Ceausescu. La vacanza da lì, prederà tutta un’altra piega. Pago, Rice e Bibi si dirigono a Bucarest, dove vivono la figlioletta Andina e la moglie Andra. 

Arrivati alla frontiera, tra controlli e appostamenti della “securitate”, in preda al panico la abbandonano lungo la strada senza nemmeno verificarne il contenuto. Assaliti dal senso di colpa cercheranno di rimediare tra imprevisti, gaffe e varie gag più o meno riuscite. Il bagaglio infatti non contiene altro se non la struggente speranza di una famiglia che, divisa dal regime, non ha mai smesso di sognare la libertà. 

Nel film sono inseriti anche molti dei filmati originali girati in Super8 da Rice (qui Lodo Guenzi, frontman del gruppo musicale ‘Lo Stato Sociale’ prestato al cinema), a cui si aggiunge il materiale delle Teche Rai e di Cinecittà Luce.

Un road movie dal sapore retrò che ripercorre le strade della storia e, con l’aiuto di una vicenda universale, mette in guardia su di una società troppo individualista che inibisce gli altruismi. 

Tornati a casa, a Cesena, è Natale e i teleschermi annunciano la fine del regime rumeno. Nel vedere Pago, Bibi e Rice osservare, al caldo dei loro salotti, le immagini della rivolta, emerge l’alto valore formativo di quel viaggio strampalato. Esibiscono una consapevolezza diversa delle loro fortunate esistenze nel mondo libero e di quelle di chi vive a migliaia di chilometri, in dimensioni mai troppo lontane.