Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri (M5S) è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

 

Sulla situazione in Italia. “L’Italia ha avuto sicuramente delle regole rigide, un allentamento c’è stato nei mesi estivi e abbiamo avuto una risalita dei contagi. Le regole sono tre: distanziamento, mascherina e lavaggio delle mani, tutto il resto è complicarsi la vita. Gli altri Paesi non hanno applicato le regole come le abbiamo applicate noi. Avendo avuto una rigidità maggiore abbiamo oggi una situazione migliore rispetto agli altri Paesi. Avremo anche noi una risalita dei contagi, ma in maniera lenta e controllata. Se poi improvvisamente ci dovesse essere un allentamento delle regole, anche noi a quel punto avremmo una risalita come sta avvenendo in altri Paesi europei. In questo momento abbiamo il paziente Italia che sta uscendo da una malattia in fase acuta e adesso sta in convalescenza. Quando uno è in convalescenza alcune cose non le può fare, è una privazione necessaria. Ma non paragoniamo i nostri dati con quelli di Paesi che non hanno applicato le regole come abbiamo fatto noi. Per i numeri che stiamo avendo dobbiamo ringraziare gli italiani e il Servizio sanitario nazionale che monitora, dobbiamo continuare così. Le parole di Johnson? Le regole sono libertà. Il rispetto delle regole è libertà in questo momento. Se tutti rispettiamo le regole siamo più liberi. Anche l’applicazione Immuni è libertà, perché ti permetterebbe di non stare in quarantena se non necessario”.

 

Sulla situazione in Francia e Spagna. “Il numero dei contagi è sicuramente alto, il numero dei ricoveri è in salita. E’ una situazione un po’ fuori controllo, vediamo nei prossimi giorni se riusciranno ad abbassare i casi. Al momento le restrizioni dalla Francia sono quelle del tampone, però è chiaro che una strategia comune europea sarà necessaria, perché quello che vediamo oggi in Spagna e Francia potrebbe accadere domani ad altri Paesi europei. Attenzione a non valutare solamente caso per caso”.

 

Sulla riapertura degli stadi. “Non potremo certo riaprirli al massimo della capienza. Una riapertura graduale, controllata, a patto che i contagi rimangano bassi è auspicabile, però con regole ferree. La mascherina la devi tenere, devi mantenere la distanza e bisogna misurare la temperatura all’ingresso. Così può avvenire una riapertura graduale in sicurezza. Il concetto di normalità è far sì che se tu hai un percorso con un rischio che è vicino allo zero e riapri con mille persone faccio fatica a pensare che queste mille persone con la mascherina possano contagiarsi. Da mille si può passare a 2mila. Il pericolo è che le regole possano essere non seguite. Una riapertura controllata è fattibile, senza arrivare a numeri altissimi, gradualmente ad un quarto o un terzo della capienza di uno stadio, a seconda dell’andamento dell’epidemia. Se dovessero aumentare di molto i contagi è chiaro che non sarebbe più fattibile. Quello che mi fa paura nello stadio è che l’esultanza porti magari ad abbracciarsi, questo non deve accadere”.

 

Sulla quarantena. “Viene messo in quarantena colui che può essere entrato in contatto con il soggetto positivo. Per questo è importante l’utilizzo dei tamponi per liberare le persone dalla quarantena. Quando io risultai positivo, né mia moglie né mio figlio risultarono positivi”.

 

Sui test salivari. “I test salivari sono più economici e facilmente reperibili. Sono rapidi e molto facili da utilizzare. Magari non abbiamo la stessa affidabilità del tampone molecolare, ma possono essere fatti su ampia scala e possono servire magari ad individuare dei positivi a cui poi fare il tampone”.

 

Sul vaccino antinfluenzale. “I vaccini sono disponibili e in distribuzione. Conviene farlo a maggior ragione quest’anno, perché consente diagnosi differenziale. L’invito è di andarlo a fare”.