Capi, Colleghi, Carriere possono trasformarsi in una seconda famiglia o in un inferno, a seconda del rapporto instaurato. Capi Colleghi Carriere è il titolo nuovo libro dell’AD di Monte dei Paschi di Siena, è un lavoro utile per capire gli altri e comprendere alcune dinamiche del mondo del lavoro: dalla stesura del curriculum al colloquio conoscitivo, ai fallimenti professionali. “Il mondo bancario e della finanza, come in tutti gli altri ambienti di lavoro, è fatto di persone normali che si preparano e affrontano temi e problemi che qualunque persona si pone, ogni mattina – ha detto Morelli a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – chiunque di noi quando non lavora parla del lavoro.”

La competitività

Capi, Colleghi, Carriere si legge con facilità e in poco, è un libro per tutti e racconta lo stato attuale delle cose. L’aumento crescente della competitività, ad esempio, “è un’occasione per i lavoratori, un modo per mettere gli altri nelle condizioni di far vedere cosa sanno fare – ha fatto notare Marco Morelli – negli ultimi anni, soprattutto nelle aziende complesse con tante persone, c’è stata una ridefinizione di quelli che sono i criteri di valorizzazione delle persone.”

Il capo ideale

Le conoscenze che facciamo sul posto di lavoro capitano, non sono relazioni che possiamo scegliere. Alle volte bisogna farsi piacere circostanze spiacevoli, o cerare di comprendere l’incomprensibile. Il capo ideale, secondo lo stesso esperto, “non dovrebbe prendere troppe distanze, tende a non esporsi in prima persona, non racconta cosa succede, si chiude in un guscio creando problemi – ha sottolineato il professore – più un capo riesce a coinvolgere, a raccontare quali sono i fatti, meglio è per tutti. Bisogna cercare di essere fattuali. Nel tempo, certi capi non riescono più a esercitare il loro ruolo alla stessa maniera, e la distanza che si è venuta a creare col personale si amplia.” 

Implicazioni psicologiche

Capi, colleghi, carriere: per pochi fortunati il rapporto è gioviale, di confidenza. “Sul lavoro c’è il famoso detto mors tua vita mea, ci ricorda che l’amicizia non è mai reale, in situazioni di competizione può essere compromessa da segreti che abbiamo condiviso – ha sottolineato Maria Pina Pesce – l’amore tra colleghi, invece, è più frequente di quanto si possa immaginare, ci permette di entrare in una dimensione piacevole e di andare al lavoro con meno noia e stress.”

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