Nasce a Firenze l’iniziativa di creare un boschetto per ricordare le vittime di coronavirus: 172 alberi, uno per ciascuna vittima del Covid 19. Questo è quanto annunciato dal sindaco Dario Nardella a margine dei primi alberi con dedica piantati in città e acquistati dai cittadini per ricordare qualcuno di caro, che è intervenuto su Radio Cusano a Un Giorno Da Ascoltare con Misa Urbano e Arianna Caramanti.

IL PROGETTO “DONA UN ALBERO”.

“Siamo partiti da questo progetto già prima dello scoppio della pandemia invitando tutti i cittadini a donare un albero per la città e dedicarlo a una loro persona cara: in poche settimane ottenemmo 500 donazioni! L’albero e il luogo in cui piantarlo si possono scegliere online e poi sarà il Comune a piantarlo con annessa dedica per la persona cara con una targa di ricordo. A seguito di questa terribile pandemia volevamo lasciare un segno, un ricordo per i cari che se ne sono andati per colpa del coronavirus senza nemmeno avere un ultimo saluto. Questo bosco rappresenta anche la natura, la vita e credo possa essere un memoriale vivente per questo dolore e alleviare un po’ il ricordo negativo dando la possibilità alle persone che piantano l’albero, di recarsi sul posto e vederlo crescere insieme alla memoria della persona defunta. Gli alberi possono essere acquistati tramite donazione da tutte le parti d’Italia, anzi è molto bello che all’iniziativa partecipino persone anche di altre Regioni.”

SULLA RIPARTENZA

“I fiorentini si sono ripresi, Firenze è una città sicura, si può venire tranquillamente a visitarla in questo periodo perché è una città molto sicura. Si iniziano già a vedere i primi turisti europei ma è importante che vengano anche persone da altre parti d’Italia perché abbiamo un patrimonio culturale e artistico invidiato da tutto il mondo e per aiutare soprattutto le tante imprese italiane che stanno ripartendo non senza problemi. Questo è il momento migliore per visitare anche i musei in tutta tranquillità e cogliere l’occasione anche di fare un po’ il turista nella propria città.”

SULLA GESTIONE EMERGENZA DA PARTE DEL GOVERNO

“L’Italia in alcuni casi è stata presa anche come esempio per la buona gestione soprattutto del sistema sanitario che ha retto abbastanza bene quindi la prima fase tutto sommato è stata gestita bene. La fase più difficile è quella che stiamo vivendo, passare dall’emergenza sanitaria a quella economica: il tempo è tutto in questo momento. Tutte le misure economiche devono essere subito messe a disposizione delle imprese, delle famiglie e delle città. Anche gli aiuti europei, che sono una grande novità, devono poter essere subito utilizzati perché più passa il tempo più aumenta la disperazione sociale e aumentano le persone in difficoltà economiche. Viviamo questo strabismo: da un lato si annunciano tantissime misure, dall’altro ci sono ancora persone che da mesi aspettano la cassa integrazione che non hanno ancora avuto. Il governo deve ridurre i tempi e semplificare le procedure: non possiamo gestire un’emergenza con strumenti ordinari! C’è bisogno di una semplificazione di regole anche per avviare una serie di interventi necessari che darebbero lavoro e che vorrei attuare anche io stesso in qualità di sindaco. Quando le regole sono semplici anche il controllo dei cittadini diventa più efficace.”