Nasce a Bologna un bellissimo movimento di solidarietà dalla mente di un imprenditore del posto che si  messo in gioco per  aiutare gli altri in questo momento di grande difficoltà collettiva e, con l’aiuto di alcune sarte, ha creato il Movimento delle Sartine che si occupa di realizzare mascherine e donarle a chi non ne ha. L’inventore di questa macchina solidale è Andrea Padovan imprenditore del settore moda che è intervenuto ai nostri microfoni per parlarci di come è nata questa iniziativa.

Movimento delle Sartine

“Ho iniziato a capire che bisognava fare qualcosa di concreto per aiutare gli altri quando è morto mio padre intorno ai primi di marzo, probabilmente a causa del covid19 anche se non gli hanno mai fatto il tampone quindi non ne abbiamo la certezza sta di fatto che quando i sanitari sono venuti in casa per vedere la situazione di mio padre, nessuno di loro aveva la mascherina quindi ho pensato di creare subito delle mascherine da donare alla Croce Rossa di Bologna. Il giorno dopo hanno iniziato a chiamarmi polizia, carabinieri e altri lavoratori, tutti sprovvisti di mascherine e quindi ho deciso di mettere all’opera le mie sarte creando tantissime mascherine che poi sono state donate. Il 21 marzo ho scritto un post polemico su Facebook denunciando il fatto che molti lavoratori e non solo fossero ancora sprovvisti di mascherine e che quindi avrei avuto bisogno di gente disposta a cucirle da casa, così nel giro di 3-4 giorni hanno risposto all’appello duecento signore che si sono offerte di darmi una mano. Il nome “Movimento delle Sartine” è nato casualmente il primo giorno, scherzando con mia moglie sul fatto che le mie sartine avrebbero fatto sicuramente di più delle famose sardine. Ad oggi abbiamo creato 60mila mascherine, si sono messe tutte a disposizione senza conoscersi e ci muoviamo anche fuori Bologna.”

La crisi nel settore abbigliamento

“Ho vari negozi di abbigliamento e secondo me questo settore sarà quello che subirà di più le conseguenze di questa crisi, più del turismo, della ristorazione etc… Nessuno dei miei colleghi ha fiducia nel futuro, qui i negozi pagano la stagione invernale e quella estiva e viceversa, ogni capo andrebbe disinfettato dopo essere provato, non abbiamo ancora disposizioni chiare, sarà un disastro e il 18 maggio ci renderemo conto che sarebbe stato meglio rimanere chiusi. Non voglio criticare né la destra né la sinistra ma nel momento peggiore della storia italiana ci è capitata la classe politica peggiore della storia d’Italia che fa trasparire solo una grande confusione nelle sue scelte. In questo momento avremmo bisogno di azioni solidali da parte dei politici e invece ci ritroviamo ad aiutarci sempre tra noi del “popolo””