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La più bella è il titolo del libro del giornalista, di La7, Alessio Lasta, è una raccolta di storie e di ingiustizie di grande attualità, nonostante le tutele previste dalla più bella Carta Costituzionale esistente. “Racconto le vite di italiani dimenticati, racconto un’Italia poco illuminata. I padri costituenti avevano previsto articoli importanti attraverso la Carta Costituzionale – ha osservato Lasta, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – ma nonostante tutto questi diritti rimangono lettera morta.”
I concetti di giustizia e popolo
Il sottotitolo del libro è importante, la Costituzione tradita, gli italiani che resistono e spiega meglio il senso del lavoro. Nel tempo molto è cambiato, “i concetti di giustizia e di popolo hanno perso importanza – ha osservato Lasta – il termine popolo è stato sostituito dalla parola gente, che è una forma indistinta di persone, ad esempio. A dimostrazione del fatto che l’essere umano ha perso importanza. I protagonisti delle storie sono persone che muoiono nelle serre, gente truffata dalle banche, gente che non può vivere liberamente il proprio amore, o storie di dispersione scolastica. Quante volte ci siamo trovati di fronte a storie di ingiustizia?”
Non siamo certi del fatto che in passato la situazione sociale fosse diversa, e che gli innocenti venissero realmente riconosciuti come tali e rispettati più degli altri. “La provocazione dello stesso Collodi nel condannare il malandrino, ma innocente, Pinocchio fa pensare – ha affermato Alessio Lasta – è importante, in ogni caso, mettersi di fronte al dolore degli altri e cercare di capirlo. Bisogna capire cosa provano gli altri ed entrarci dentro, per vedere meglio e da vicino come stanno le cose, che è lo spirito del reportage. A me è capitato in questo viaggio di conoscere e vedere le persone che successivamente ho raccontato: gente che aspetta di avere una casa da oltre tredici anni, ad esempio.”
Il filo rosso che lega le storie
La più bella: qual è il filo rosso che lega i racconti e i protagonisti? “Oltre al dolore e al senso di abbandono sono storie di un’Italia che cerca di mettere toppe dove lo Stato non arriva, di resistere nonostante tutto – si è congedato lo scrittore – è l’Italia migliore, l’Italia che ce la fa nonostante tutto, a cui dobbiamo delle risposte.”
Ascolta qui l’intervista integrale
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