Paolo Capurro, presidente dell’Associazione nazionale banqueting e catering, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente.

Le ricadute del Coronavirus sul settore banqueting e catering

“Inizialmente è stato disdettato subito tutto il mese di marzo, poi tutto il mese d’aprile. Oggi ormai sono andati anche maggio, giugno, forse resiste qualche data di luglio e agosto solo perchè chi le ha prenotate non è ancora entrato nell’ordine delle idee di spostare le date. Per chi fa il nostro lavoro è una catastrofe”.

I numeri del settore

“Nel nostro comparto si contano 1300 aziende di varie dimensioni, che danno lavoro a migliaia di persone. C’è poi un indotto enorme. Pensiamo, ad esempio, ai matrimoni, quante persone lavorano dietro a un evento di questo genere: ristorazione, location, fioraio, atelier, wedding planner. E ho citato solo qualche professionista”.

La lunga riapertura

“Una delle caratteristiche del nostro lavoro è l’aggregazione, che è diventato il nemico in questi tempi di Coronavirus. Siamo stati i primi a chiudere e presumibilmente saremo gli ultimi a riaprire. Rispetto ai ristoranti noi avremo tempi di prenotazione molto più lunghi, passeranno mesi dalla riapertura prima che ci sia un evento. La distanza è il contrario di una festa, mascherina e guanti è difficile che possano portare le persone ad avere tutta questa voglia di fare eventi. Per i matrimoni si passa direttamente all’anno prossimo. In questo caso siamo nella stessa situazione degli stabilimenti balneari, persa questa stagione bisogna attendere 12 mesi per avere la prossima e ovviamente per un’azienda è una cosa insopportabile”.

Sulle misure del Governo

“Per noi imprese, a parole, il primo decreto Cura Italia ha previsto quantomeno il ricorso ad una sorta di cassa integrazione della quale prima eravamo sprovvisti. Questo per 9 settimane garantisce una quota dello stipendio ai nostri dipendenti. Il resto delle misure prese sono semplicemente lo spostamento in avanti di adempimenti fiscali che poi arriveranno tutti insieme. Non è stato fatto nulla per i contratti di locazione. E poi sull’accesso al credito, di cui tutti in questo momento hanno bisogno, per adesso c’è un’intenzione. Aspettiamo questo decreto di aprile dal quale speriamo arrivino notizie certe, non vorrei che come sempre in Italia la burocrazia si metta di mezzo e faccia correre troppo tempo tra il decreto e l’attuazione, altrimenti le aziende nel frattempo moriranno”.