Marco Pellegrini, senatore del M5S e membro della Commissione Bilancio, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano e Presidente della società delle scienze umane, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).

Sulla proroga delle restrizioni fino al 13 aprile

“Bisogna andarci coi piedi di piombo -ha affermato Pellegrini-, non bisogna avere fretta, quindi è doveroso spostare questo momento di restrizioni almeno fino al 13, poi vedremo in questi giorni quali saranno i numeri che verranno fuori e sulla base di questi numeri, sentiti gli scienziati, prenderemo una decisione. Non credo che sia giusto nè illudere, nè disilludere i cittadini. Stanno arrivando i primi timidi risultati di queste restrizioni e non dobbiamo abbassare la guardia. Dobbiamo essere responsabili, se invece facciamo fughe in avanti per raccattare qualche like o qualche punto percentuale in più nei sondaggi non facciamo un buon servizio al Paese. La priorità è la salute dei cittadini, tutto il resto viene dopo, ci saranno lo Stato e l’Europa che dovranno tutelare i cittadini in difficoltà”.

Sui provvedimenti economici

“I primi provvedimenti dovevano riguardare il comparto della sanità, poi abbiamo cominciato ad occuparci dei cittadini. Chi non aveva alcuna forma di assistenza sociale o chi lavorava in nero è a zero Euro, per questo bisogna pensare anche a loro. Non possiamo pensare che dal 13, anche dovessero crollare i contagi, tutte le aziende potranno ricominciare a lavorare come nulla fosse. Ad esempio il settore del turismo e dell’accoglienza dovranno ricominciare da zero. Allora ci vuole un accompagnamento per queste imprese, per far sì che non si perdano posti di lavoro e che il sistema Italia non crolli. Dobbiamo convincere i partner europei che occorre una massa di denaro enorme, per questo bisogna andare sul mercato ed emettere titoli di Stato garantire dalla zona Euro che abbiano un tasso d’interesse bassissimo e utilizzare queste risorse per rilanciare l’economia. Coronabond? Non credo che Paesi come la Finlandia e l’Olanda possano condizionare la vita di 500 milioni di persone facendo gli egoisti, prendendo dall’Ue ciò che c’è di buono e infischiandosene degli altri. Credo che ci sia tutta la possibilità di fare questi Coronabond, è una questione di volontà politica. Siamo stati chiari fin da subito nel dire che non avremmo accettato l’utilizzo del Mes a queste condizioni”.

Sul reddito di cittadinanza e il reddito di emergenza

“Provvedimenti come il reddito di cittadinanza che hanno la capacità di salvare la vita dei cittadini. Se questo concetto in un momento così difficile e particolare lo riusciamo ad estendere a chi non è rientrato nel reddito di cittadinanza. Credo che sia veramente utile in questo momento porci delle domande: che modello di società vogliamo? Un modello iperliberista in cui domina il mercato? Un modello in cui la sanità è solo privata? Oppure vogliamo un intervento dello Stato in vari settori e che lo Stato intervenga anche nei momenti di difficoltà per aiutare i cittadini? Ci dobbiamo fare queste domande e dare delle risposte. Il reddito di cittadinanza è anche uno strumento di inclusione sociale e avviamento al lavoro. La fase 2 era partita, erano stati trovati oltre 40mila posti di lavoro, poi è scoppiata la pandemia”.