Rominger come un gregario diventa un buon passista-scalatore poi una stella internazionale

 

Ha vinto due Giri di Lombardia, sfiorato un Tour de France nel 1993 dietro a Indurain. Eppure è arrivato a 20 anni, al Ciclismo. Ma è un buon lavoratore al punto che è prima in squadra con Moser dopo con Bugno. Quindi il lancio individuale

 

 

Rominger ovvero come un affidabile gregario con il preciso ruolo di affidabile gregario, valido passista e scalatore, bravo a cronometro, può diventare un atleta di caratura internazionale. E’ lo storia di uno svizzero “acquisito” perché nasce a Vejle, in Danimarca, il 27 marzo 1961.

La maggior parte della carriera l’ha vissuta su strada e oltre a vincere due Giri di Lombardia, è andato bene anche nelle classifiche del Nord Europa. Tra i professionisti l’elvetico è durato per 11 stagioni, dal 1986 al 1997. L’acuto più grande ha provato a piazzarlo nel 1993 quando giunse per poco meno di 5 minuti primi dietro a Miguel Indurain al Tour de France, dopo essere andato meglio in montagna, rispetto al fortissimo avversario iberico, ma peggio a cronometro, dove lo spagnolo scavò la differenza.

Cresciuto in Svizzera una volta diplomato, arrivò tardi, al Ciclismo, a 20 anni, perché accompagnava il fratello tredicenne che veniva considerato un probabile “pedalatore” di talento.

L’avvio di Rominger avvenne nel 1986 quando fu catapultato dalla formazione del suo paese d’adozione Cilo-Aufina al Giro d’Italia; l’anno dopò passò con il grande Francesco Moser alla Supermercati Brianzoli. Vinse per distacco e con la neve il Giro della Provincia di Reggio Calabria. Nello stesso anno giunse 2° in due tappe al Giro d’Italia, 3° nella Milano-Torino e anche nella Tirreno-Adriatico, la corsa dei due mari.

La squadra cambiò nome, Chateau d’Ax ma non direttore sportivo, Gianluigi Stanga. Nel 1988 Rominger conquista il prologo del Tour de Romandie, il Giro dell’Emilia e la prima di due Firenze-Pistoia dominate consecutivamente. Nel 1989 fa suo la Tirreno-Adriatico, vinta anche l’anno dopo; ma soprattutto vince il primo Giro di Lombardia dopo una fuga di ben 110 kilometri. Nel frattempo diventa gregario di Gianni Bugno, talmente bravo da vincere due volte di fila un Campionato del Mondo, nel 1991 e nel 1992.

Nella storia del Ciclismo su Strada in precedenza c’erano riusciti il belga Ronsse, 1927 e 1928, i connazionali Van Steenbergene, 1956 e ’57, e Van Looy, ’60 e ’61. Altri due sarebbero stati il nostro Paolo Bettini, 2006 e 2007, e addirittura Peter Sagan. Con lo slovacco che ha fatto persino meglio, vincendo 3 edizioni consecutive dal 2015 al 2017.

Rominger deve lasciare la squadra, per passare alla francese Toshiba, con la quale vince la Parigi-Nizza e tutto il Tour de Romandie.

Nel 1992 Rominger è 2° alla Parigi Nizza e si rifà vincendo la Vuelta basca. E, in special modo, conquista la Vuelta più nota con un blitz alla terzultima tappa, una cronometro, sfilando il primato al leader Jésus Montoya. Il massimo in un Campionato del Mondo lo ottiene a Benidorm, quando vince Gianni Bugno: lui è 4°. Chiude la stagione con la seconda Firenze-Pistoia, prova contro il tempo, e con la seconda vittoria al Giro di Lombardia, con una gran fuga sotto l’acqua per ben 150 km.!

Nel 1993 lo svizzero bissa la Vuelta, la terza corsa a tappe al mondo, dietro Tour e Giro. I gradi di capitano affidabile glieli concede sì la corsa iberica ma anche l’aver messo in discussione a uno del valore di Indurain la Grande Boucle. Questa volta il cronometro dice che Indurain è 1° con 4’59” di divario finale.

Nel 1994 terzo successo in terra spagnola per il corridore nato in Danimarca ed emigrato in Svizzera. La vittoria alla Vuelta è schiacciante: 6 successi dei quali 3 a tappe. Vince anche la Vuelta al Pais Vasco a la Parigi-Nizza. A cronometro conquista il Grand Prix des Nations e quello intitolato al grandissimo Eddy Merckx.

A luglio va al Tour per cercare di vincerlo ma si arrende, dopo 13 tappe per problemi di salute (stomaco).

Il 22 ottobre 1994 ottiene il Record dell’Ora, con la grande preparazione del Dottor Ferrari, lo stesso che ebbe Moser qualche anno prima. Accade a Bordeaux sulla cui pista corre ben 53,832 km. Tutto ciò dopo soli 50 giorni dal primato fissato da Indurain. Il 5 novembre si migliorò: 55,291 km!

Nel 1995 la certificazione che anche al Giro d’Italia fosse tra i migliori: lo vince davanti alla maglia rosa vittoriosa l’anno precedente, Evgenij Berzin e Petr Ugrumov. Portò il simbolo del primato per quasi 3 settimane, l’elvetico, nel vincere un giro in larga parte dominato.

Il ritiro avvenne alla fine del 1997. Non aveva più piazzato alcun acuto, tutto sommato. In totale ha vinto 115 volte in 11 anni e mezzo. Neanche poco.

(Si ringrazia il collega Maurizio Sansone)