Francesco Italia, sindaco di Siracusa, è intervenuto ai microfoni di Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.

Sulla protesta del sindaco di Messina Cateno De Luca

“Non tutti i siciliani la pensano come Cateno De Luca. Certamente non quei padri, quelle madri, quei figli che sono stati separati dal Coronavirus e che adesso si trovano in situazioni al limite. Ho appena ricevuto la telefonata di 20 lavoratori che arrivano dalla Puglia, hanno lavorato due mesi a Villa San Giovanni e adesso sono bloccati lì. Non ci sono alberghi aperti, non hanno più lavoro e adesso chiedono di tornare al proprio domicilio dove chiaramente dovranno fare la quarantena. Non tutti condividiamo alcune affermazioni. Io sono stato tra i primi a dire che andava chiuso tutto, ma non ci dobbiamo dimenticare che nelle emergenza l’unica cosa che non dobbiamo fare è dividerci e puntare il dito contro quell’istituzione o quell’altra”.

Far tornare in Sicilia chi ne ha esigenza

“Bisogna operare un discrimine tra le condizioni e le esigenze di chi si sposta. Se alcuni nostri concittadini sono in un luogo in cui non hanno una dimora, un lavoro, bisogna aiutarli. Dobbiamo richiamare i nostri cittadini a quei sentimenti di altruismo e di generosità, non sono l’odio e l’egoismo che possono prevalere in momenti come questo. E’ giusto controllare che vengano rispettate le norme, però non trasformiamo questa già grave crisi in un’occasione di disgregazione della nostra società. Io non ho soluzioni, c’è però qualcosa che mi guida e sono i miei valori, i valori della nostra Costituzione, il buonsenso, l’umanità. Ho assoluta percezione dei rischi che stiamo correndo, tant’è vero che fui il primo a dire di chiudere tutto, non sono uno che la prende alla leggera. Dico semplicemente che ci sono valori e regole a volte anche non scritte di solidarietà umana di cui non ci dobbiamo dimenticare. Il sindaco di Messina? Non ci siamo sentiti. ciascuno ha il proprio modo di valutare, affrontare e ciascuno si comporta come ritiene più in linea con il proprio stile e i propri valori. Ognuno ha il proprio senso dello Stato. Io non mi sognerei neanche in 3-4 vite di mandare a quel Paese il Ministero dell’Interno. Non mi sogno in un momento come questo di andare in tv e sparare a zero su un governo che sta affrontando una delle peggiori crisi degli ultimi 100 anni”.

Sull’economia locale

“Ho incontrato i commercianti, stanno male, sono molto preoccupati. Ho cercato di spiegare loro che il problema è di tutto il Paese. Gli ho spiegato che non si può immaginare che la crisi possa essere rimessa ai comuni perché i comuni rischiano di saltare con questa crisi, noi viviamo di tributi locali ma come ce li pagano i tributi locali se le persone non hanno i soldi? Servono misure straordinarie perché questa è una situazione di emergenza globale”.