Dopo aver fatto i compiti e sostituito gli insegnanti, dopo aver tirato fuori tutti i giochi anche quelli mai usati, dopo aver fatto pizza-biscotti-torte e aver lavato mille volte la cucina, dopo aver ammorbato tutti i parenti e gli amici con video chat, dopo aver rincorso-lavato-urlato-fatto piangere, non necessariamente in questo ordine, i nostri figli, dopo tutto ciò, ma prima di finire gli ultimi milligrammi di pazienza, è fondamentale fermarsi, tirare un sospiro ed interrogare un esperto,  questa volta necessariamente in quest’ordine.

“PERDERE IL TEMPO”. NON “PERDERE TEMPO”

La professoressa Caterina D’Ardia neuropsichiatra infantile e docente di psicologia dello sviluppo all’ Unicusano, nella rubrica settimanale di Radio Cusano Campus “Keep Calm and Listen!”, aiuta i genitori a comprendere le difficoltà dei figli e ad intervenire nel modo migliore. Oggi, ascoltando le criticità dei genitori nell’intrattenere quotidianamente i figli, ha spiegato che “benché sia indicato stimolare i bambini per non farli rimanere in dietro rispetto ai programmi scolastici, non è assolutamente indispensabile costringerli, e costringersi, a continue attività”.  E’ infatti importante concedere momenti di noia, in cui i bambini elaborino, sognino, rallentino, dedicandosi al relax, cosa difficile da fare normalmente. I figli sono costretti, anche inconsapevolmente, ai ritmi veloci e stressanti degli adulti: in questo modo sottraggono tempo alla riflessione ed alla noia, altrettanto importanti per far sedimentare conoscenze e emozioni. E’ quindi un’opportunità irripetibile, secondo la neuropsichiatra, lasciare che i ragazzi scorrano del tempo con e per se stessi. Alla domanda se un periodo così lungo di rallentamento possa causare problemi legati all’apprendimento la risposta della professoressa D’Ardia è decisa: “no di certo, altrimenti dovremmo constatare ogni settembre i danni di tre mesi di vacanze estive!”

IL CALENDARIO DEI GIORNI E DI MOMENTI

Se gli psicologi sono concordi nel consigliare agli adulti chiusi in casa di rispettare le routine quotidiane, tra cui i tempi giusti di sonno veglia e quelli ordinari per i pasti, questo vale tanto più per i bambini: una maggiore elasticità delle abitudini non significa un’assenza di regole. Per questo potrebbe essere utile fare insieme un calendario delle attività e dei momenti della giornata: un cartellone, o tanti fogli diversi, su cui definire le fasi principali  del giorno (pasti, toilette, riposini) per poi corredarlo quotidianamente  con le attività che si desidera svolgere di volta in volta, incluso il relax.

In questo modo genitori e figli potranno incontrarsi con le proprie esigenze, condividendo i momenti e riuscendo a trovare finalmente anche preziosi spazi privati.

 

Livia Ventimiglia