La crisi dall’ottica del giornalista: intervista radiofonica ad Antonio Padellaro

Un orizzonte e due sole strade, all’orizzonte

Il Fatto Quotidiano…di oggi: ci sono sole due soluzioni. O si fa il governo o si torna alle urne

L’intervento odierno del conosciuto giornalista sul periodo politico e le ristrette prospettive

 

Antonio Padellaro è uno degli osservatori più conosciuti tra l’attività cartacea e i suoi interventi televisivi. Oggi è intervenuto nella trasmissione quotidiana condotta da Gianluca Fabi e Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus. E questa è la fotografia che ha fatto, dell’attuale situazione politica. E delle contenute possibilità che sono scaturite dalla crisi voluta da Salvini e dalla Lega.

L’intervista – Si sta divertendo o deprimendo, Padellaro?

“Di crisi di governo ne ho viste più di voi”.

Ma questa è unica?

“Molto particolare perché è abbastanza improvvisata. E’ una crisi che nasce improvvisamente, senza un motivo reale, è andata avanti in maniera caotica. Non si capisce bene l’origine, non si capisce bene la fine. Come se qualcuno si fosse divertito a trasformare un’estate tranquilla in una specie di spiaggia di Milano Marittima”.

C’è un punto. Questa questione Conte. Perché il PD non dice SI’ e perché il Movimento 5 Stelle fa così?

“Nulla è giustificabile agli occhi dei cittadini. Chi prende il taxi o va al bar, anche se le città sono ancora vuote, sentite commenti sbalorditi: la gente non sa cosa pensare. Queste crisi non sono riservate agli abitanti del Palazzo ma dovrebbero essere condivise dall’opinione pubblica perché deve capire cosa sta succedendo. La seconda osservazione: Conte. Certamente è il Presidente del Consiglio uscito tra gli applausi di buona metà dal Senato, sull’intervento dedicato a Salvini. Per i 5 Stelle è il Premieri. Perché dovrebbero rinunciare al personaggio che gode del maggiore consenso, lo dicono i sondaggi?”.

Perché contano i programmi, nel pensare 1 vale 1.

“Credo che valga all’archeologia, dei 5 Stelle. Hanno le loro ragioni. Il PD non ho ben capito se è felice di andare al Governo oppure no”.

Forse Zingaretti è stato trascinato…

“Infatti tutta questa storia si può sintetizzare con un titolo: I Malavoglia. Visto che il PD non erano i compagni che i 5 Stelle desideravano. Sembra una soluzione forzata, se si farà, questo governo, che nasce dalla necessità di farlo, non di certo dalla simpatia o dai punti in comune dei due partiti”.

E se nasce un governo operativo?

“Lei, con questa battuta, mi ricorda i matrimoni di convenienza dell’Ottocento. La mamma che dice alla figlia: L’amore poi verrà”.

Secondo indiscrezioni Di Maio vorrebbe avere degli incarichi per i suoi…

“Con tutto il rispetto per i colleghi, che è un lavoro infame, quello di ricostruire, non date retta alle liste dei ministri, sono tutte campate per aria fino a mezzogiorno, vediamo poi nel pomeriggio cosa succede. C’è un aspetto, visto che all’inizio parlavate di divertimento: ci sono alcuni personaggi, soprattutto nel PD, che stanno preparando il guardaroba, per il giuramento. Ci sono alcuni che si sentono pronti per incarichi ministeriali. Vedo già dei sarti all’opera, perché bisogna mettersi dei vestiti estivi perché farà caldo, quando si giura”.

Sono così tranquilli?

“Così si portano avanti con il lavoro, così intanto hanno l’abito”.

Chi rischia di più, i 5 Stelle o il Partito Democratico?

“Il Movimento 5 Stelle, non c’è dubbio. Il PD è per definizione un partito spaccato con quello che sappiamo. I 5 Stelle rischiano veramente grosso, per un calo ulteriore di consenso. Perché alla fine potrebbe esserci questo paradosso: che la Lega ha dimezzato i 5 Stelle, e il PD completa l’opera. E non so cosa resterà, dei 5 Stelle”.

C’è un’ipotesi di un ritorno al governo gialloverde oppure no?

“No, le ipotesi sono due. O si fa questo governo o si va alle urne. Mattarella è stato chiarissimo, non perché possa non volere un governo gialloverde; non riguarda le sue competenze. Quando lui dice non voglio pasticci, fate presto: se domani questi signori non si presentano con cose serie, un programma definito, una squadra definita, un governo di legislatura, ma Mattarella li manda….alle urne”.

Per non dire altro…

“Stavo per dire un’altra cosa”.

Eh, ma si era capito. Intanto i 5 Stelle smentiscono di aver chiesto per Di Maio il Ministero degli Interni. Anche se un comunicato del PD parla dell’eccessiva ambizione proprio di Di Maio.

“Nel governo dei Malavoglia, se le cose andassero male, bisogna vedere chi resdta con il cerino in mano. Stanno lavorando al Piano B, mi pare”.