Il Presidente della FIGC, Gravina: “Soddisfatto anche se molto lavoro da fare.

La responsabilità oggettiva? Un obbrobrio…”

 

Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio è intervenuto nella trasmissione “Sport Academy”, in onda su Radio Cusano Campus. E ha espresso la propria opinione su alcuni temi di stretta attualità, connessi alle regole e al ripensamento di alcuni sentieri.

La riforma della Giustizia Sportiva è stata appena varata. “Sono soddisfatto anche se c’è molto lavoro da portare avanti: la certezza delle regole, tempi certi, nella loro applicazione. Un nuovo entusiasmo da parte di chi dovrà applicare quelle norme, credo siano tutte condizioni indispensabili, per lo sviluppo del sistema-Calcio. Sono soddisfatto per il lavoro fatto, anche per il rispetto di alcune norme inserite compresa la 142, il rinnovo della Corte d’Appello Federale”.

La riflessione più attenta è quella sulla responsabilità delle società su certi episodi.

“La responsabilità oggettiva credo sia un obbrobrio. Non si può pensare di perseguire una collettività per un gesto compiuto da uno o da pochi scellerati. L’idea dell’individuare delle attenuanti attraverso delle procedure di identificazione dei soggetti che compiono certi atti è un passo avanti. E tutto va in favore di quelle società che dimostrano uno spirito di collaborazione, e si possono emarginare i facinorosi, che sono uno degli aspetti negativi, di questo sistema”.

Il Professionismo al Femminile: su questo argomento il massimo dirigente del Calcio italiano ha detto: “Sono molto attento a vivere le emozioni, coltivare dei sentimenti; ma avendo un ruolo di riferimento credo che bisogna stare coi piedi per terra. Non voglio sminuire quanto è stato portato avanti dalle ragazze e da tanti campioni del mondo sportivo, che non hanno ancora avuto la fortuna o possibilità di ricevere lo status da Professionisti. Non facciamoci trasportare dai facili entusiasmi: sappiamo che è giusto e legittimo, dare contenuto a questa espressione, evidenziando una aspirazione di diritti. Se tutto questo si traduce in una sorta di rincorsa ad aggravare di oneri aggiuntivi la gestione delle società, il rischio, per una serie di motivi di un movimento che sta conoscendo la crescita, è quello per cui faremmo un torto al movimento femminile. Non a caso il primo scalino del professionismo, la Lega Pro, sta vivendo il momento più difficile, della sua storia, anche per gli adempimenti fiscali, che sono talmente elevati, purtroppo, da far registrare ogni anno dei fallimenti. Non ce lo possiamo permettere, nel movimento femminile, dopo aver conosciuto questa crescita costante, che andrebbe bloccata con un’espressione priva di contenuti”.

Il Report Calcio è stato agrodolce, qualche giorno fa. I pensieri del Presidente FIGC Gravina sono chiari: “Lo abbiamo dimostrato attraverso questo algoritmo: un impatto straordinario, economico, sociale e sotto il profilo della Salute. Abbiamo voluto evidenziare come il mondo del Calcio contribuisca agli introiti dello Stato italiano per 1 miliardo e 200 milioni: rappresenta il riferimento principale della contribuzione fiscale. Tutto questo ha dei risvolti positivi. Ogni 549.000 € di investimento nel mondo del Calcio produciamo oltre 21.000 tesserati in più, che sono un grande impatto positivo, che vale 70 milioni di €”.

Troppe le società indebitate, tuttavia. Quale potrebbe essere la ricerca dell’equilibrio?

“Un impatto negativo è il rapporto del costo del lavoro: è altissimo, rispetto all’ammontare dei ricavi. Quella percentuale di incidenza è elevata. C’è stata una tendenza verso un leggero calo, ma nella Lega Pro raggiunge o supera il 90%. Immaginate, in un’azienda che debba fare economia, quanto sia complicato vivere un costo del lavoro del genere. Ci vuole un’educazione gestionale, per capire quali sono le criticità”.

E con gli stadi di proprietà si può mettere in moto un circolo virtuoso?

Il presidente Gravina commenta in maniera diretta: “Rappresentano uno degli asset del settore giovanile, e noi come Federazione possiamo fare di più, perché ci sia una migliore e maggiore sensibilità, un investimento nelle infrastrutture, creando con gli istituti pubblici una task-force che generi assistenza, idee, progettualità, informazioni, per avviare questo percorso virtuoso”.

C’è proprio bisogno di sorteggiarlo il girone di ritorno della Serie A? “Secondo me sì, come capita da altre parti in Europa, sempre all’inizio della stagione, tenendo conto alcune esigenze della fase finale di alcuni tornei internazionali che tanto bene fanno, al nostro Calcio nazionale. Credo che sia giusto tener conto di esigenze oggettive che variano tra un girone d’andata e un girone di ritorno; facendo attenzione a non creare discriminazioni legate ad esigenze che sono molto più importanti, quelle del rispetto del valore della competizione sportiva. Ma questo lo lascio alla valutazione della Lega di Serie A”.

Soddisfatto dell’estate azzurra? “Il mese di giugno è stato un mese straordinario, che ricorderemo a lungo. Ci auguriamo che nel 2020, anno pari, sia altrettanto un anno importante, che coincide con il Campionato Europeo, con Roma e l’Italia protagonisti, con la partita inaugurale. Che ci faccia sentire orgogliosi di vestire l’azzurro. Speriamo arrivino tante soddisfazioni e tanto entusiasmo, per alimentare questa onda azzurra che ci ha appassionato in questo mese di giugno”.