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Un caffè da 100 euro?

Pina Picierno, candidata del Pd alle elezioni europee, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Sui 100 euro per un caffè con la Picierno e 500 per una cena. “Questa storia del tariffario è una bugia, una sciocchezza colossale –ha affermato Picierno-. Io ho avviato, come fanno tante persone che non hanno padroni e grandi finanziatori, una campagna di crowdfunding, come quelle che hanno promosso Obama, Sanders e tante personalità in giro per il momento. L’hanno usata anche Giachetti e De Luca. E’ una modalità di raccolta fondi dal basso, si può donare anche un euro. Siccome l’ha fatta una donna è diventata subito un’occasione per lanciare insulti sessisti. Non è assolutamente vero che ho chiesto 100 euro. Guarda caso gli insulti peggiori sui social mi sono arrivati da simpatizzanti del M5S. C’è una tendenza a utilizzare la diffusione di false notizie e la denigrazione degli avversari come strumenti di lotta politica. E’ arrivato il momento di dire basta a questa roba che fa orrore. Insulti arrivati anche da donne, una ha scritto: per una notte d’amore la Picierno quanto chiede? Sono andata a vedere il profilo ed era un’esponente del M5S di Caserta”.

Sul finanziamento pubblico ai partiti. “Il Pd è stato uno dei promotori dell’abolizione del finanziamento pubblico, perché in quel momento di sacrifici, immaginare che i soldi pubblici andassero a finanziare i partiti era una cosa che suscitava perplessità. Dopodichè la democrazia ha dei costi, la campagna elettorale ha dei costi. O si accetta l’idea che i politici vengano finanziati da grandi finanziatori, come avviene in altri Paesi, oppure si possono raccogliere tanti piccoli contributi con il crowdfunding, questo è il modo più trasparente e limpido secondo me per condurre una campagna elettorale”.

 

Sulla sparatoria a Napoli. “C’è una questione enorme, che è la presenza delle mafie sui territori –ha affermato Picerno-. Registro una grave sottovalutazione da parte del ministro dell’interno. Nel momento in cui c’è una bambina che lotta tra la vita e la morte, un ministro dovrebbe lasciare la campagna elettorale e andare subito a Napoli, invece lui ha preferito la campagna elettorale fatta di selfie e di comizi. Non si dà un messaggio chiaro di lotta alle mafie, così come quando ci si lega a persone ambigue, come nel caso di Arata. Non si può rimanere in mezzo, non si può rimanere in silenzio, le istituzioni hanno il dovere di testimoniare chiarezza, perché la gente muore e muoiono persone innocenti. Un governo decente dovrebbe dichiarare una guerra senza quartiere alla criminalità organizzata, non a parole ma con i fatti”.

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