Giornaliste: una cospicua percentuale di professioniste ha subito molestie sul lavoro, lo rivela un’indagine realizzata su oltre mille persone a cui sono stati sottoposti questionari anonimi. Alla presenza dei colleghi, in stanze appartate “le molestie avvengono a tutte le età, anche se la maggior parte di questi si è verificato prima dei 35 anni. Adesso c’è la prova provata che nelle redazioni c’è un problema – ha osservato Alessandra Mancuso, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – abbiamo voluto questa indagine per dominare un fenomeno che resta, in gran parte, sommerso.”

Giornaliste: dipendenti o freelance, la quantità di molestie subite non cambia, forse le seconde sono più colpite delle prime perché instabili. Molte di loro “avevano firmato un documento di solidarietà, successivamente agli scandali provenienti dal mondo del cinema, e a quel punto abbiamo detto che bisognava avere un dato quanto più vicino possibile alla realtà – ha spiegato la consigliera nazionale della Federazione Nazionale della Stampa – siamo rimaste molto colpite anche noi dai risultati, sapevamo che il fenomeno c’era. L’indagine è stata realizzata sulle giornaliste dipendenti di agenzie, quotidiani, radio, televisioni.”

Chi abusa?

Abusano soprattutto i direttori, “persone di potere. E’ la prova provata che c’è un problema – ha sottolineato Mancuso – il 35% delle molestie avviene in presenza di altri colleghi, quasi in una situazione di accettazione, o non c’è la consapevolezza della gravità di queste cose. Le battute, gli sguardi, sono la forma più diffusa.” 

Con chi affrontare il problema?

“Per noi come sindacato questa rilevazione è importante. Una buona percentuale delle colleghe ne parla coi colleghi, altri ne parlano con la famiglia. Noi vogliamo dare degli strumenti e aiutare le giornaliste in percorsi di denuncia – ha spiegato Alessandra Mancuso – vogliamo estendere il codice anti-molestie, che in questo momento abbiamo soltanto alla RAI, e aprire degli sportelli per aiutare le colleghe.” 

Dimostrare le molestie in stanze chiuse

Tuttavia, dimostrare di aver subito una molestia non è semplice, “se avviene in una stanza chiusa bisogna trovare il modo di dimostrare che c’è stato un problema, altrimenti si rischia di far passare la persona molestata dalla parte del torto – si è congedata Mancuso – bisogna cambiare la cultura nei posti di lavoro. Le aziende e gli editori devono scendere in campo insieme a noi, non può andar bene una cosa del genere: incide sulla produttività, sul lavoro, sulla salute.”

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