Walter Rizzetto, deputato di Fratelli D’Italia, ex M5S, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, Rizzetto (FDI): “Al di là della battuta o meno di Parisi sui navigator, vedo che regna la confusione, l’entropia più assoluta. Penso che il navigator servirebbe più a Di Maio che ad altri. Il mio addio al M5S? Quando ho visto che per loro la politica era solo annunci mediatici acchiappavoti, ho alzato le mani e me ne sono andato”. Domenico Parisi, neo presidente Anpal, rispondendo a Rizzetto, che in audizione nelle commissioni Lavoro e Affari sociali alla Camera aveva sollevato il rischio che i navigator, durante la propria mansione, possano venire a conoscenza di opportunità professionali allettanti e quindi approfittarne, ha risposto: “Magari, così li stabilizziamo tutti”

Non solo una battuta

 “Purtroppo credo che non fosse una battuta quella di Parisi –ha affermato Rizzetto-. A un certo punto, vado a riguardarmi il video dell’audizione e mi accorgo che la risposta incriminata di Parisi è stata tagliata. Ho protestato, gli uffici della Camera mi hanno detto che c’era un problema nel caricare il video e che l’avrebbe ricaricato più tardi. La mattina successiva l’hanno messo integrale, anche con la parte incriminata. Al di là della battuta o meno di Parisi, vedo che regna la confusione, l’entropia più assoluta in questo ambito e nel provvedimento che da domani in Commissione andremo a votare in fase emendativa. Penso che il navigator servirebbe più a Di Maio che ad altri. Lo stesso Parisi mi ha detto che non sa ancora quanti saranno i navigator. Verranno assunti con un contratto a tempo determinato, quindi saranno precari. Corriamo un rischio abbastanza serio perché se Anpal contrattualizza 6mila persone, ebbene poi deve farli lavorare e pagarle. Servirebbe mettere dei paletti un po’ più restringente. Io sarei d’accordo con il reddito di cittadinanza se ci fosse un tasso di disoccupazione al 4%, quindi gestibile e fisiologico. Invece non sono d’accordo ad andare a toccare un aspetto assistenziale soprattutto quando ci sono imprenditori che pagano un posto di lavoro il doppio rispetto alla busta paga. Bisognava abbattere il cuneo fiscale. Il mio addio al M5S? Quando ho visto che per loro la politica era solo annunci mediatici acchiappavoti, ho alzato le mani e me ne sono andato”.