Grembiulini: ne avete usati? Ne esistono di tanti generi e colori, alcuni sono vere e proprie divise. La politica ha riaperto il dibattito, la questione divide: da che parte state?

Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus, con Rita Minello, pedagogista, che ha spiegato: “Negli anni ’50/ ’60 la progressione era data dal numeretto romano, che si apponeva sulla spalla sinistra.” Come con le divise militari.

Problematiche sociali

Grembiulini a scuola, le criticità che il tema rileva sono di vario genere: sociali, psicologiche, educative… “Quanto alle criticità sociali, gli insegnanti del primo ciclo dell’istruzione dicono che i grembiulini servono a riconoscere i bambini che giocano all’aperto e distinguerli tra loro: la componente della somiglianza può confondere. In queste circostanze sarebbe un aiuto positivo – ha sottolineato la professoressa Minello – c’è, inoltre, un problema identitario da difendere, che passa attraverso l’espressione della loro fisicità, l’espressione dell’abbigliamento, e che attraverso il grembiulino non sarebbe possibile.”

Problematiche psicologiche

Grembiulini: da un punto di vista psicologico il grembiulino livella le differenze, “possono essere di lusso o economici. Esistono normative che proibiscono ai bambini di portare oggetti personali in classe, come bambole di lusso, per evitare gelosie – ha aggiunto la pedagogista Minello – a questo proposito è necessario ricordare che i compagni non vanno giudicati per l’abito che indossano. In Italia però il tema è molto più sentito che altrove. In passato il grembiulino è stato associato all’assistenza, al concetto di divisa, la scuola non può evocare brutti ricordi. C’erano divise che si chiamavano Balilla, Figlio della Lupa: ricordi di un periodo in cui le classi erano separate, c’erano da un lato i maschi dall’altro le femmine. “

In conclusione, prendere una posizione netta sul tema non è facile. Indossare il grembiulino è sia positivo che negativo: beati coloro che hanno le idee chiare e irremovibili.

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