Partita Iva europea? Conoscerla è importante perché ti mette in condizione di operare come libero professionista in Europa senza problemi e senza perdere i vantaggi che l’essere in Europa dà in tal senso. Ecco perché abbiamo pensato di sviluppare una guida ad hoc per te.

Di base, è un importante strumento della normativa fiscale comunitaria che è stato ideato per realizzare una razionalizzazione amministrativa degli scambi commerciali fra liberi professionisti ed imprese operanti all’interno dell’Unione Europea. Uno strumento che metterà anche a posto il problema dell’evasione fiscale.

Come funziona? Come si attiva? Che vantaggi ci sono? Ecco un articolo che non devi mancare se ti sta a cuore questo argomento.

Partita Iva europea? Il terreno su cui muove i suoi passi è quello del sogno di un mercato unico europeo con una unica aliquota IVA (o VAT se ti muovi nei paesi sassoni) con l’idea di uniformare il sistema della tassazione. Vediamo cosa c’è di “riuscito” in questa bella premessa.

Partita Iva comunitaria

Si tratta di uno strumento che ti dà l’autorizzazione ad operare con l’estero (in entrata ed in uscita).

La concessione della Partita Iva comunitaria non è però scontata. Non tutte le aziende, infatti, possono averla di diritto ma è necessario richiedere lo status di “comunitaria” all’atto dell’apertura della Partita Iva con la Comunicazione Unica o all’avvio dell’apertura della stessa.

Aprire una Partita Iva

Se l’idea di abbattere i muri procedendo alla richiesta di Partita Iva comunitaria ti affascina, è giunto il momento di capire come passare ai fatti.

Atto di apertura

All’atto dell’apertura della partita iva europea, devi compilare l’apposito riquadro del modello AA9 e indicare l’importo presunto di operazioni (di acquisto e di vendita) che verranno effettuate.

Avvio

All’avvio devi poi inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente in base alla sede della tua impresa o del tuo operato e lo devi fare almeno 30 giorni prima della data in cui verrà posto in essere l’acquisto/cessione all’interno della Comunità Europea.

La risposta

L’Agenzia delle Entrate ha poi 30 giorni di tempo per dare l’eventuale diniego alle operazioni comunitarie poste dalla Partita Iva che ne fa richiesta. Ovviamente l’eventuale diniego è contestabile ed impugnabile.

Il VIES

Una volta compresa l’importanza della Partita Iva europea e fatte le mosse giuste in tal senso, devi concentrarti sull’elenco VIES, conosciuto anche come “autorizzazione VIES” o semplicemente VIES.

Cos’è

Si tratta di un sistema di scambio di dati e informazioni di carattere fiscale tra gli Stati membri dell’Unione Europea e il suo acronimo sta per “VAT information exchange system”, dove VAT, a sua volta, rappresenta l’acronimo di “Value added tax” ovvero imposta sul valore aggiunto (IVA).

A che serve

Lo scopo del VIES è quello di metterti in mano uno strumento istituito dalla normativa fiscale da partita iva europea in grado di contrastare frodi, elusioni ed evasioni fiscali. Non solo

Si tratta di un modo moderno ed internazionale di mettere a disposizione di tutte le aziende europee un sistema informatico di dati con cui verificare in tempo reale l’esistenza (e la regolarità) di una partita IVA comunitaria.

Di base, l’iscrizione all’elenco VIES consente alle aziende di poter effettuare regolarmente operazioni IVA intracomunitarie, trattandole come tali anche dal punto di vista contabile e fiscale.

Grazie all’elenco VIES, infine, le imprese comunitarie andranno incontro ad una forte riduzione degli oneri amministrativi, riuscendo a verificare direttamente l’autorizzazione o meno di una partita IVA comunitaria di poter operare sul mercato.

Chi ci si può iscrivere

L’obbligo di iscrizione al VIES sussiste per:

“tutti i soggetti IVA che esercitano attività impresa, arte o professione, nel territorio dello Stato, o vi istituiscono una stabile organizzazione”.

Non solo però. La richiesta di iscrizione al VIES la possono anche fare:

  • soggetti non residenti che presentano la dichiarazione per l’identificazione diretta ai fini Iva (modello ANR) ;
  • soggetti non residenti che si identificano tramite la nomina di un rappresentante fiscale.

Come iscriversi al VIES

Per iscriversi al VIES occorre innanzitutto che tu distingua se sei un nuovo soggetto IVA o se sei un soggetto già titolare di partita IVA.

I nascenti soggetti IVA

Per questa categoria la scelta di iscriversi al VIES può essere fatta direttamente nella dichiarazione di inizio attività, compilando il campo “Operazioni Intracomunitarie” del quadro I dei modelli:

  • AA7 (per soggetti diversi dalle persone fisiche);
  • AA9 (per imprese individuali e lavoratori autonomi).

Attenzione. Per gli enti non commerciali non soggetti passivi d’imposta è possibile porre in essere operazioni intracomunitarie barrando la casella “C” del quadro A del modello AA7.

In questo specifico caso è possibile iscriversi al VIES utilizzando i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, direttamente o tramite intermediari incaricati, accedendo al seguente link:

Importante: i soggetti Iva possono effettuare operazioni intracomunitarie dal momento della richiesta di iscrizione al VIES.

Particolarità del VIES

L’iscrizione all’elenco VIES è gratuita e può essere effettuata direttamente dal contribuente, purché abilitato a Fisconline o Entratel. In alternativa è possibile rivolgersi ad un intermediario abilitato. Ecco cosa dice la normativa del VIES:

Dal punto di visto procedimentale, la Direzione provinciale delle Entrate competente invia preventiva comunicazione al contribuente. Decorsi 60 giorni dalla comunicazione della Direzione Provinciale, qualora il contribuente non abbia provveduto all’invio dei modelli Intrastat, vi sarà la cancellazione del contribuente dall’elenco VIES. Durante i 60 giorni è data possibilità al contribuente di “fornire i chiarimenti e le spiegazioni della mancata presentazione degli elenchi”.

In chiusura c’è da dire che il contribuente ha anche la facoltà di uscire dall’elenco VIES, nell’eventualità in cui non voglia più essere incluso nell’archivio. Gli basterà utilizzare le stesse modalità previste per l’inclusione nel VIES.

Il numero della Partita Iva

Non possiamo chiudere una guida sulla Partita Iva europea senza essere esaustivi al 100% e cioè spiegandoti esattamente il senso di quella sequenza numerica.

La Partita Iva in Italia

La composizione di una Partita Iva italiana è di 11 cifre. Indicano elementi differenti che di seguito vediamo nel dettaglio:

  • le prime 7 cifre esprimono il numero di matricola del soggetto assegnato dall’ufficio provinciale in modo incrementale e cioè che, per ogni codice nuovo, aumenta di un’unità l’ultima cifra delle sette;
  • le cifre che vanno dall’otto alla dieci indicano il codice dell’ufficio provinciale del fisco che ha rilasciato la matricola indicata prima;
  • l’undicesima cifra è un codice di controllo che serve per verificare la validità delle prime dieci cifre.

La formula mod T.

Indica che questo valore è ottenuto attraverso la aritmetica modulare. T è la somma di tre numeri: x, che è la somma delle prime 5 cifre della partita Iva in posizione dispari, y, che è il doppio della somma delle 5 cifre in posizione pari, e z, che corrisponde al numero di cifre che sono in posizione pari e che sono superiori a 5.

L’unicità

Ogni codice è unico, non ci possono essere due partite IVA uguali in Italia. Naturalmente potrai trovare due Partite Iva con alcuni numeri comuni in sequenza ma non di più. 
Anche in questo caso, infatti, la differenza tra due Partite Iva sarà comunque assicurata dalla differenza dei due codici relativi ai due differenti uffici provinciali e dal numero di controllo finale, dunque differiranno per la cifra n 8, 9, 10 ed 11.

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