“Noi siamo abolizionisti e il nostro obbiettivo primario è l’abolizione della caccia non solo la domenica ma tutti i giorni dell’anno, perché non è uno sport ma una barbaria.” Queste le parole di Roberto Vecchio, Presidente LAC (Lega Abolizione Caccia) della Sezione Lazio, intervenuto su Radio Cusano Campus.

“Sappiamo bene che le famiglie di domenica amano frequentare i boschi e un incidente come quello accaduto al diciannovenne scambiato per un cinghiale, non è più ammissibile. Se iniziassimo ad abolirla già di domenica potrebbe essere però un grande inizio. La LAC fa una statistica sulle vittime della caccia annuale, il numero è molto più alto delle statistiche lette in questi giorni e il dato sconcertante è che, la maggior parte dei morti e feriti, interessa gente al di fuori dell’attività venatoria. Le circostanze dell’incidente del 30 settembre vanno chiarite ma in quel periodo dell’anno è proprio vietata la caccia al cinghiale: dipende dalle Regioni ma il 30 settembre era vietata per legge.”

Il Presidente della LAC Lazio continua:

“Le Istituzioni locali conoscono il territorio e dovrebbero indicare continuamente quali sono le zone battute dai cacciatori e quelle da frequentare per il semplice svago: questa sarebbe la soluzione più tecnica. Purtroppo non c’è ancora un canale per informare la gente sui territori frequentati dai cacciatori.

Per debellare per sempre questa attività ci sono due filoni: uno etico, l’altro legislativo. Cambiando le coscienze possiamo arrivare a far sparire la caccia per sempre!”