Il Lazio è la regione con la più alta percentuale di nuclei familiari costituiti da mamme sole, 250.000. Tra queste, diverse migliaia vivono in condizioni di povertà assoluta e di forte disagio per violenze subite, patologie psichiatriche e altri problemi. Mamme sole, con i loro figli, senza un lavoro, né una casa. Molte sono straniere, in fuga da situazioni di sfruttamento, prive di riferimenti e di reti parentali.
Secondo una recente ricerca, nella regione si contano circa 50 strutture preposte all’accoglienza delle mamme con i loro bambini. Annualmente vengono accolte circa 550 donne e 700 bambini. Moltissimi altri nuclei ricevono supporto dai servizi sociali e dalle organizzazioni benefiche in diversi modi, dall’assistenza domiciliare al sostegno scolastico, fino all’aiuto materiale. Ma questo crescente impegno non basta. Uno dei problemi è il ritardo con cui questi nuclei sono individuati e presi in carico dai servizi territoriali, il che impedisce l’attivazione di interventi tempestivi per far fronte al disagio. Ciò ha conseguenze drammatiche sullo sviluppo del bambino, che assorbe anche inconsapevolmente i disagi della madre.
"Vogliamo favorire l'autonomia delle madri sole, si tratta di una vera e propria emergenza sociale - ha affermato il portavoce del progetto, Salvatore Carbone, a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus - aiutiamo i bambini indirettamente, attraverso le madri. Cerchiamo di ricreare relazioni tra famiglie, tante volte si ha bisogno di piccoli aiuti che vengono dati da altre famiglie. Un buon vicinato può aiutare ad uscire da situazioni di vulnerabilità."