C’è un mondo sospeso e in attesa, è il mondo della scuola. Ci sono decine di migliaia tra maestre e maestri diplomati magistrali che a breve giro di posta, le sentenze sui meriti incombono sui loro destini professionali, vedranno le loro certezze sgretolarsi dopo anni di lavoro precario, di ricorsi, di sentenze e di contratti a tempo indeterminato firmati con riserva.

Ci sono i presidi, pochini a dire la verità, che hanno dovuto far fronte alla loro scarsezza numerica accettando di aderire al sistema delle reggenze. Un dirigente scolastico che guida un solo istituto è una rarità, forse una specie in via di estinzione. E qui proliferano i record: si è arrivati a leggere di un dirigente con oltre venti scuole, magari sparse sul territorio e afferenti a comuni diversi. Non c’è un concorso per presidi da circa 10 anni e c’è la promessa che quello bandito si svolgerà a luglio. Una promessa.

Ci sono i docenti aggrediti, che vedono la loro autonomia di valutazione pesantemente limitata dall’ingerenza delle famiglie intransigenti e bellicose. Non accettano una nota disciplinare, non accettano un 4 se non in cambio di una nuova interrogazione che sani l’insufficienza subita, non accettano una bocciatura. Cosa succede se una di queste ipotesi (nota, insufficienza, bocciatura) si verifica e riguarda il proprio figlio vessato e indifeso? C’è la mamma che sferra un pugno e fracassa il setto nasale della prof. di inglese, c’è il papà che sceglie la strada dello strangolamento del giovane docente che si lancia in difesa del suo dirigente aggredito. C’è di tutto in questo mondo sospeso, in attesa.

Ma in attesa di cosa? Di risorse? Di credibilità? Di tornare centrale e protagonista del dibattito sociale e politico del nostro Paese? Riuscirà il prudentissimo neo Ministro Marco Bussetti a dare risposta ai quesiti di cui sopra ma, ancora più importante, dare risposta alle richieste, alle esigenze e al malcontento che attraversa trasversalmente l’intero ingranaggio che muove la filiera della formazione in Italia?

In questo magma primordiale, pensate un pò, ci sono pure gli studenti: quelli che vanno avanti e divengono eccellenze perché il nostro sistema scolastico è pieno di vizi ma non si è scordato completamente delle sue virtù; quelli che affannano e si disperdono perché avrebbero avuto bisogno di un supporto; quelli che è meglio ottenere una certificazione da DSA e avere la strada spianata; quelli che la certificazione non sanno nemmeno cosa sia, hanno la strada in salita ma alla fine la percorrono, da soli, fino al traguardo. Di quelli che chiamano i genitori per gonfiare di botte i loro professori o che, ancora peggio, si mettono in proprio e li bullizzano in classe, abbiamo già parlato.

Nel mondo della scuola c’è tutto questo ma l’attesa deve finire, c’è necessità di individuare i nodi e cominciare a scioglierli, di individuare le soluzioni ed applicarle ai problemi. Restare eternamente in sospeso non si può, il prezzo da pagare sarebbe troppo alto.