Cyberbullismo: campioni olimpici in tour per le scuole. “Il nuovo Governo sappia cogliere le sollecitazioni che provengono dal basso e si adoperi per porre in essere nuove iniziative, legislative e non solo, concrete e urgenti, per contrastare il grave fenomeno del cyberbullismo. Noi siamo pronti a collaborare con le istituzioni e a fornire il nostro supporto”.

Ad affermarlo e’ Roberto Minerdo, vicepresidente dell’Osservatorio nazionale “Bullismo e Doping”. “Serve la collaborazione di tutti, se nel bullismo i colpevoli sono sempre identificabili, nel cyberbullismo questi si nascondono sotto false generalità’ rendendo ancor più’ pericoloso e subdolo il fenomeno. Se si percepisce di essere vittime di cyberbullismo, non bisogna tacere ma parlarne, senza rispondere alle minacce, ai messaggi e alle chiamate dei bulli, ne’ ai commenti che possono arrivare attraverso i social network o blog. Molto si e’ fatto ma resta ancora da fare tanto”, osserva.

“Da Savona, dove nei giorni scorsi si e’ tenuto un incontro, proponiamo, per la ripresa scolastica autunnale, un tour con i nostri testimonial, campioni olimpici e non solo, per alzare il livello di guardia su questi fenomeni sociali che sempre più’ ci preoccupano”, conclude Minerdo.

“Lo smartphone è il principale strumento che ha trasformato il bullismo in cyberbullismo – ha detto il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli – amplificando la visibilità degli eventi. Le immagini rimbalzano nella rete e approdano sui media e l’aggressore diventa la nuova vittima di un sistema di risonanza mediatica che non rieduca e non perdona. A tre giorni dalla nomina dei nuovi ministri mi auguro che possano nascere collaborazioni produttive”.

Questo l’appello partito dal mondo della scuola nel corso di un convegno organizzato ieri alla Camera. Eppure secondo gli ultimi dati allarmanti di Telefono azzurro relativi all’anno 2015-2016 l’81% dei genitori minimizza il problema, il 49% dei professori non sa rendere consapevoli i genitori, il 20% sempre dei professori presenta difficoltà di comprensione del fenomeno e il 10% delle vittime ha pensato al suicidio.

(fonte DIRE)