Rocky Graziano “Lassù qualcuno mi ama!”

E’ stato uno dei più grandi pugili di tutti i tempi

Nato a Brooklyn ha riunito italiani e statunitensi

per la bravura, la potenza, il coraggio

 

Rocky Graziano è stato uno dei più grandi pugili di tutti i tempi. E ci è stato raccontato con una stupenda pellicola candidata a tre nomination per il Premio Oscar: Lassù qualcuno mi ama, interpretata da un favoloso Paul Newman.

Nato a Brooklyn, New York, il 1° gennaio 1919, Thomas Rocco Barbella poi chiamato Rocky Graziano, ha delle chiare origini italiane, legate all’Abruzzo e alla Sicilia.

Tre suoi celebri incontri sono stati dichiarati dal popolarissimo giornale Ring Magazine “Combattimento dell’anno”. E’ accaduto nel 1945, vittoria per Knock-Out su Red Cochrane alla 10° ripresa. Nel 1946, Tony Zale lo mette fuori combattimento al 6° Round. E nella rivincita l’anno dopo, stesso round ma vittoria, sempre per K.O., di Rocky Graziano.

Il citato periodico americano, una sorta di appuntamento fisso, per gli appassionati del genere, lo ha classificato al 23° posto dei più grandi lottatori del quadrato di ogni epoca.

Rocky Graziano ha avuto una adolescenza fin troppo vivace al punto che diserta il servizio militare, va in carcere ai lavori forzati, e trova chi lo allena per bene durante il tempo libero, nel penitenziario. Sconta la pena, inizia a combattere per evitare di andare al soldo della criminalità. E viene convinto ad allenarsi in misura e maniere serie, per diventare un campione. Ci videro lungo. Perché Rocky vince il Campionato cittadino di New York dei Pesi Welter, contro Mickey Caderelli. Era nata una stella.

Alto 1 metro e 70 centimetri, tecnicamente Rocky Graziano aveva un gran pugno destro, potente, capace di mandarne tanti, al tappeto, tra gli avversari incontrati.

Nel 1948 la National Boxing Association revoca a Graziano la licenza di pugile perché Rocky omise di denunciare un uomo che gli aveva offerto 100.000 dollari per perdere il 1° dicembre con Fred Apostoli. Rocky non si presentò a quel combattimento dicendo ai medici della federazione pugilistica di essere infortunato.

Questa squalifica valeva in tutti gli Stati Uniti d’America, in Europa, a Cuba, in Messico e persino in Canada. Il manager Ralph Tribuani riesce a fargli avere una speciale licenza nello Stato del Delaware. Perché lui torni ai livelli precedente lo stop e la revoca della licenza.

Il 16 luglio del 1947 Rocky Graziano si laurea Campione del Mondo dei Pesi Medi, superando alla sesta ripresa per knock-out Tony Zale. Il titolo iridato lo avrebbe perso contro l’immenso Sugar Ray Robinson che lo manda giù dopo 9 minuti, al terzo round.

In tutta la carriera ha combattuto da professionista per 83 volte con 67 vittorie delle quali ben 52 per aver messo fuori combattimento l’avversario di turno: 6 i draw ossia i pareggi, 10 le sconfitte delle quali 3 prima del limite.

La International Boxing Hall of Fame lo ha inserito tra i più grandi di ogni tempo ed epoca.

Nel 1956, il 27 aprile, Rocky Graziano appende i guantoni al chiodo ritirandosi dall’attività agonistica. E il regista, scrittore e sceneggiatore Robert Wise si dedicò a rendere al Cinema la sua autobiografia, dal titolo “Somebody upthere likes me” “Lassù qualcuno mi ama”, con un grandioso Paul Newman e l’attrice italiana Anna Maria Pierangeli.

Nel 1982 anche dalle nostre parti gli è giunta una signora dedica nel film Bomber, con Bud Spencer: il cognome del protagonista è Graziano, ispirato al grande boxeur Rocky.

Nel 1990 l’immenso Jack Nicholson, nel film Il grande inganno, interpretato e diretto dal grande tifoso dei Los Angeles Lakers, lo cita ricordandone le imprese.

Rocky Graziano, ironia della sorte, muore proprio in quell’anno, il 22 maggio, nella Città dell’Amore Fraterno, Filadelfia. Altro agglomerato urbanistico in cui la sua leggenda è rimasta, ben salda, nel cuore e nella memoria degli innamorati della Noble Art.