Vaccini: “Il Lazio ha un’anagrafe vaccinale?”. La seconda scadenza, termine ultimo entro il quale mettersi in regola con l’iter vaccinale, è scattata lo scorso 30 Aprile. Quella precedente, il 10 Marzo 2018, era stata prorogata attraverso una nota congiunta di MIUR e Ministero della Salute, solo per quelle regioni che avevano effettivamente innalzato la loro copertura vaccinale e per quelle che erano riuscite ad attivare un’anagrafe vaccinale. Al ritorno dal ponte del primo di Maggio i casi di bimbi non in regola sono stati trattati, di regione in regione, con approcci e metodologie completamente differenti: dalle espulsioni riscontrate a Torino e provincia, agli allievi ammessi seppur non in regola in Valle D’Aosta.

Per avere un riscontro della situazione nella Regione Lazio, Radio Cusano Campus ha contattato Federico Valerio, esponente del Gruppo Genitori No Obbligo Lazio:

“Alla domanda su come sia la situazione sul nostro territorio posso rispondere con una nota inviata al MIUR da uno dei sindacati storici tra quelli rappresentativi del mondo della scuola, lo Snals, che si è espresso lo scorso 26 Aprile.

Ancora una volta le scuole e i dirigenti scolastici sono stati lasciati soli a gestire le procedure in materia di obblighi sanitari per i minori. Tale materia è estranea al servizio di istruzione e gli obblighi vaccinali mal si conciliano con il presidio del diritto allo studio, affidato alle istituzioni scolastiche.

Ci pervengono notizie di nuovi obblighi, connotati come adempimenti indifferibili, comunicati dalle ASL tramite le direzioni regionali, che impongono alle scuole addirittura di scansionare i certificati sanitari prodotti dalle famiglie e di spedirle alle strutture preposte al controllo sanitario.

In tal modo le ASL demandano alle scuole, ai dirigenti scolastici e alle segreterie, già sottoposte a stress continui, la loro incapacità di gestire i compiti istituzionali ad esse affidati.

Lo SNALS-Confsal sollecita il MIUR a prendere posizione su una situazione che sta diventando paradossale, tutelando la funzione pubblica principale delle scuole che è quella di garantire il diritto costituzionale allo studio senza essere gravate da compiti impropri, di natura non scolastica che devono restare a carico delle ASL. Lo Snals è determinato ad intraprendere ogni iniziativa anche sul piano legale per tutelare tutto il personale della scuola da questa ennesima molestia burocratica.

E’ inutile dire che la posizione dello Snals, nello specifico, ci trova d’accordo”.

L’attivazione di un’anagrafe vaccinale nel Lazio non ha aiutato nel dirimere le complesse questioni burocratiche che si sono venute a creare?

“Ma il Lazio ha realmente attivato un’anagrafe vaccinale? Io mi pongo la domanda e al momento, forse, dovrebbe dare una risposta ufficiale qualche rappresentante della Regione. Io so cos’è un’anagrafe vaccinale e l’unica regione in italia che ne ha una efficace e funzionante è il Veneto. Una struttura valida deve aver informatizzato tutti i centri vaccinali e tutte le Asl. Se un bambino si trasferisce a Monterotondo da Frosinone, come fa il centro vaccinale di Monterotondo a sapere la situazione di quel bambino se poi non può effettivamente accedere al sistema informatizzato che gli faccia avere informazioni puntuali e precise su quel bambino? Quella stessa Asl dovrà accedere a quello stesso sistema nel rispetto di tutti i requisiti sulla privacy che devono essere tenuti presenti. Siamo in questa condizione nella nostra regione? Sfido anche il presidente della Regione Lazio ha uscire pubblicamente e a sostenere che il Lazio ha informatizzato ogni Asl e ogni singolo centro vaccinale”.

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