Se la legislatura dovesse finire tra due, tre o sei mesi chi nel Movimento 5 Stelle è al suo secondo mandato potrebbe ricandidarsi in caso di nuove elezioni? È la domanda che Matteo Torrioli, conduttore di Legge o Giustizia su Radio Cusano Campus, ha posto all’avvocato Lorenzo Borrè, legale di molti attivisti ex M5S e profondo conoscitore dei regolamenti interni ai grillini.

Il vincolo del doppio mandato

“Ricordiamo sempre che il 20 dicembre è stata costituita una nuova associazione omonima ma diversa rispetto a quella del 2009 – precisa Borrè – si è sempre detto, anche in virtù di un comunicato di Beppe Grillo di alcuni anni fa, che sia che la consigliatura fosse durata un mese o cinque anni valeva sempre come espletamento di un mandato. Questa interpretazione è stata ribadita di recente anche con il sindaco di Pomezia Fucci il quale aveva esaurito il limite dei due mandati. Per quanto riguarda l’Associazione del 2017 – continua Borrè – lo Statuto non dice nulla a proposito del limite di due mandati ma lo ritroviamo nel codice etico. Però, nella gerarchia delle fonti associative del Movimento 5 Stelle il codice etico è una norma di rango secondario. Uno potrebbe far rilevare che nello Statuto non c’è limite dei due mandati”.

Vincolo del doppio mandato: i regolamenti sub iudice

“Per questo – continua l’Avv. Borrè – Luigi Di Maio, se cadesse la legislatura, potrebbe affermare che questo limite non c’è. Questo sconfesserebbe la prassi applicata fino ad oggi: se uno aveva avuto due mandati, con una qualsiasi durata, non poteva ricandidarsi per il terzo. Anche nell’associazione del 2009 lo statuto non prevedeva nulla di tutto ciò. C’era nel regolamento del 2014 e del 2016 ma sono entrambi sub iudice perché impugnati. Lì era previsto il limite di due mandati. Valeva però nella vecchia associazione e solo per le cariche elettive. Fucci avrebbe potuto però ricandidarsi perché la carica di Sindaco e di Presidente della regione non rientravano nel divieto del doppio mandato”.