Wilt Chamberlain l’atleta che superò le prime, grandi barriere

Mise a segno 100 punti in una sola partita

e fu 1° in diverse graduatorie individuali

Presentando cifre clamorose

 

Per il Basket NBA oggi rendiamo onore a uno dei più grandi giocatori: Wilton Norman Chamberlain più noto come Wilt. Nato a Filadefia il 21 agosto 1936, è stato uno dei più prolifici atleti, il primo ad arrivare ai 100 punti segnati in una sola gara. Per i rimbalzi raccolti, tra attacco e difesa, detiene il record di una sola sfida: ne ha presi ben 55, 4 in più del grande avversario e amico Bill Russell, che si fermò a 51.

La sua famiglia era composta da 9 figli, dal padre William, saldatore e custode, e dalla madre, Olivia Ruth Johnson, casalinga.

Nella scuola superiore il giovane Wilton segna 31 punti a partita coi Panthers Overbrook, squadra che vince i campionati studenteschi del 1953 contro la NorthEast High School battendola 71-62: tra gli sconfitti c’era il futuro compagno nel mondo dei professionisti Guy Rodgers. Quella struttura scolastica ha vinto il titolo tre anni di fila! La fama di questo altissimo giocatore di Basket arriva a 200 università, che lo vorrebbero presso i loro complessi accademici. Ha la meglio UCLA, la popolare University of California, che gli offre anche la possibilità di diventare una stella del cinema.

Chamberlain non avrebbe scelto nulla vicino a Filadelfia, quindi New York è out, non voleva il New England e rifiutò il Sud per il razzismo di diversi stati nei confronti della gente di colore. Alla fine scelse Kansas University.

Nel dicembre 1956 Chamberlain gioca nella lega delle Università NCAA, segnando, da Pivot di Kansas, 52 punti con 31 rimbalzi: tutti i precedenti record sono polverizzati lasciando di stucco la NorthWestern University. Per battere Kansas le altre squadre si organizzano tenendo il pallone anche 3 minuti e mezzo: la norma sulla durata delle singole azioni sarebbe cambiata nel 1984 per evitare la melina come si fa nel Calcio. L’unica squadra che superò con quella discutibile tattica Kansas fu Oklahoma State.

Nel 1957 Wilt e i suoi arrivarono ai quarti di finale contro North Carolina ma lui veniva addirittura triplicato in marcatura: finì 46 a 46. Ci vollero tre tempi supplementari, per decretare la sconfitta di Kansas. Che Wilt definì una delle più dolorose della sua gloriosa carriera. Nemmeno gli anni successivi, nella fase finale, la sua compagine arrivò in fondo perché gli avversari compresero presto di doverlo fermare anche con quattro giocatori in difesa congelando il pallone in attacco. Nonostante ciò Wilt Chamberlain avrebbe segnato, gli ultimi due anni all’università, quasi 30 punti a gara. E finì sul giornale Time prima di diventare un professionista. Sul piano tecnico aveva una grande pecca, che si portò nell’NBA: il tiro libero. Ne avrebbe sbagliati quasi 6000.

Ma Wilt aveva un altro problema: non aver completato gli studi. L’NBA non l’avrebbe preso, senza un diploma. Accettò l’offerta degli Harlem Globetrotters. Avrebbe girato il mondo per 50.000 dollari. Il giocatore più pagato in campionato ne prendeva 20.000, per rendere l’idea della grande occasione. Nel 1959 i giocolieri si esibirono a Mosca nel Lenin Central Stadium davanti al presidente russo Kruschev.

Quando arriva il 1959 i Philadelphia Warriors prendono in dote Wilt Chamberlain. Il giornalista della TV ESPN Hal Bock disse: “Prima del suo arrivo i giocatori di Pallacanestro erano uomini dalle normali dimensioni. Chamberlain cambiò tutto”. In quella squadra Wilt ritrova l’ex avversario Guy Rodgers, Paul Arizin e Tom Gola: e il lungo segna 43 punti ai New York Knicks con 28 rimbalzi presi. Phila supera Syracuse nel primo play-off poi iniziano contro Boston il duello e l’amicizia con con Bill Rusell, che segnò 28 punti contro i 30 di Chamberlain. Ma i Celtics vinsero partita e serie, 4-2, anche se nella quinta contesa Wilt segna 50 punti.

Stanco di subire il fallo sistematico Wilt Chamberlain voleva smettere di giocare ma è convinto da un aumento di 65.000 dollari. Nel 1960 i Syracuse si presero la rivincita e addio sogni di immediata gloria, per i Warriors.

Nel 1962 il duello con i Boston di Russell è perso in gara 7 dopo che le due squadre avevano sempre vinto in casa. Wilt segnò una media di 50 punti a partita ma venne criticato per non aver vinto il titolo: pensiero folle. Boston fu la bestia nera anche l’anno dopo e nel 1964, entrambe le volte per 4-1. Ma ormai il mondo aveva conosciuto il suo immenso valore. I Warriors vendono Chamberlain per problemi finanziari e Wilt va ai Philadelphia 76ers, franchigia che negli anni 70 sarebbe divenuta celebre con Julius Erving, al secolo Doctor J!

Il primo anno di Philadelphia vede vincere, ancora in gara 7, i Boston, perché nell’ultima azione al Madison Square Garden, i compagni di squadra non gli diedero la palla per paura di vederlo andare in lunetta, dove aveva percentuali bassissime. Per la quinta volta in 7 anni i Celtics andarono avanti, Wilt e i suoi no.

Nell’annata 1965-66 i Sixers, per il predominio dell’Est, se la videro ancora con Boston, e vennero ancora sconfitti, questa volta per 4-1. Nel 1966-67 arriva come allenatore Hannum che prende il posto di Schayes. Hannum litigò di brutto più volte, con Chamberlain. Lui si mise a disposizione della squadra incitando i compagni di squadra a difendere meglio: alla fine della stagione regolare avrebbero vinto 68 partite perdendone 13, senza conquistare il titolo. Però avevano gettato le basi per un lavoro da vero gruppo, che avrebbe ripagato presidente e tifosi, prima o poi. Anche fuori dal campo al ristorante pagava sempre Wilt, il conto, perché guadagnava dieci volte tanto i suoi compagni di franchigia.

Nel 1967 quel lavoro del venirsi incontro porta a frutti eccelsi: Boston è battuta per 4-1 con numeri da capogiro, per Wilt 41 rimbalzi in gara-4, 29 punti 36 rimbalzi e 13 assist in gara-5. Questa partita mise fine agli 8 anni di assoluto dominio dei Celtics di Bill Russell. Una serata straordinaria, per Philadelphia, quanto epica.

Nella finalissima per l’anello NBA Phila affronta i San Francisco Warriors, perché i Guerrieri, nel frattempo, hanno trasferito la società nella baia californiana. 4-2 per i Sixers e per Wilt è il primo titolo vinto.

Anche l’anno dopo Chamberlain lavora per la squadra e non sulla propria  gloria: segna oltre 24 punti a partita con altrettanti rimbalzi. Ma la cosa strepitosa è che, pensando le altre squadre a lui come a un maniaco del tiro, Wilt rispose con 702 assist spedendo a canestro gli altri. L’unico centro nella storia dell’NBA a finire primo nei passaggi smarcanti con esito vincente. E per il quarto anno prese il titolo di MVP, il migliore in assoluto. Raggiunge i 25.000 punti segnati in carriera, altra cosa che lo rende unico, perché è stato il primo. Lo stesso traguardo nel produrre una doppia tripla doppia. Ci spieghiamo meglio: tre volte una doppia cifra. Ancora non è chiaro? 22 punti segnati, 25 rimbalzi e 21 assist. Di tutto in doppia cifra, in tre specifici fondamentali.

Il 1968 per tutta l’America, soprattutto quella di colore, fu un anno dolorosissimo. Dopo che in gara 6 i Sixers, pur con tanti infortuni, superano i Knicks, nella finale della Eastern Division. I Philadelphia del grande Wilt se la sarebbero vista con i Boston Celtics, detentori del titolo e col vantaggio del fattore campo in caso di arrivo alla settima partita.

Ma il 4 aprile la serie inizia con la notizia dell’assassinio di Martin Luther King e al Boston Garden si gioca in un clima surreale, soprattutto per gli afroamericani, privati del loro leader che lottava per i diritti civili. La prima gara andò ai Boston Celtics, le altre tre ai Sixers, avanti per 3 a 1. Nessuna squadra sotto 3-1 riuscì nel passato a sovvertire la serie: i Celtics vinsero 4-3 con l’ultima gara in casa per 100 a 96. Era la sesta volta che Chamberlain lasciò strada ai verdi rappresentanti delle origini irlandesi.

Dopo questo ko Philadelphia perde i pezzi: coach Hannum va a Oakland, Wilt Chamberlain passa ai Los Angeles Lakers, in un posto più cosmopolita e tollerante, rispetto a quella che ancora oggi è definita la “Città dell’Amore Fraterno”. Poi parliamoci chiaro: fuori dal parquet l’emancipato Wilt amava la bellezza delle ragazze bianche e a Los Angeles se la sarebbe potuta spassare come meglio avrebbe creduto. I Lakers gli diedero 250.000 dollari, cifra mai sborsata, per un giocatore di Basket. Nei 5 anni in giallo-viola vincerà solo un titolo ma sarà il primo di una lunga serie, per i padroni di casa allo Staples Centre. Il primo anno la finale la vinsero, proprio a Los Angeles, i Celtics. Nel 1970 arriva Coach Joe Mullaney ma Wilt si fece male subito e diversi mesi è fuori. A fine stagione la finale è persa per 4-3 coi New York Knicks.

Nel 1971 il sogno di LA sbatte contro il muro dei Milwaukee Bucks di tale Oscar Robertson, altra leggenda, e dell’astro nascente Lew Alcindor, che più tardi passerà ai Lakers diventando Kareem Abdul Jabbar. In finale andarono i Cervi di Milwaukee, vincendo il titolo. In quell’anno Chamberlain ricevette una particolare offerta: sfidare il campione del mondo di Boxe, Muhammad Alì, ma l’incontro non si fece.

Nel 1971-72 i Lakers prendono l’allenatore ex Boston Bill Sharman, che fa allenare, per la prima volta, Chamberlain di mattina, potenziandolo sulla velocità e sull’apertura dei contropiede. I risultati sono subito chiari e positivi. Wilt è nominato capitano. I Lakers alla fine della stagione regolare fanno secchi i Bulls 4-0 poi la rivincita con Milwaukee, questa volta superata per 4-2. Wilt in gara 6 guidò i suoi a rimontare 10 punti nell’ultimo quarto e fu un confronto tra titani, con Jabbar.

La finale con New York nonostante l’infortunio di Chamberlain a una mano, fu vinta per 4-1. In gara 5 Wilt segnò 24 punti, prese 29 rimbalzi, distribuì 8 assist e piazzò 8 stoppate. Fu naturalmente MVP nell’anno del suo secondo titolo. Sarebbe stato l’ultimo di una carriera in cui è stato votato 4 volte il miglior giocatore.

Al termine avrà segnato 31419 punti gli ultimi 2 dei quali nel 1973 quando i New York si prendono la rivincita con LA: a 1 secondo dalla fine schiaccia pur consapevole della sconfitta, e quello sarebbe stato l’ultimo gesto tecnico di una stupenda carriera sportiva. E’ il quinto miglior realizzatore di sempre. La sua media punti a gara è stata di 30,07 a partita, la seconda, nella storia dell’NBA, dietro solo a Michael Jeffrey Jordan, la cui media era di 30 punti virgola 12. Tanto per sottolineare la grandezza di Wilt Chamberlain, che giocava Centro, non ala o guardia come Jordan.

Nel 1991 Wilt Chamberlain scrive un libro intitolato, in modo spiritoso, “Visto dall’alto”. Nel 1992 è ricoverato in ospedale per un’aritmia cardiaca. E nel 1999, il 12 ottobre, muore per un infarto, a soli 63 anni, uno dei grandi apripista della Pallacanestro. Che vinse due campionati NBA, uno con Philadelphia uno con Los Angeles. E’ stato anche 4 volte il Miglior Giocatore della Stagione Regolare, dal 1960 al 68, e nel 1972 MVP delle Finali, oltre a 13 convocazioni nella Partita delle Stelle.

Per 7 anni Wilt Chamberlain è stato il miglior marcatore del campionato più importante del mondo: per una stagione miglior assist-man, e per 11 anni miglior rimbalzista della NBA. E in assoluto miglior rimbalzista di ogni tempo. E nella speciale classifica dei realizzatori è il quinto di sempre.

La sua maglia, la numero 13, non sarebbe mai più stata utilizzata dai Golden State Warriors, dai Los Angeles Lakers, dai Seventy-Sixers di Filadelfia, la sua città; e persino dagli Harlem Globetrotters, i popolarissimi cestisti-giocolieri famosi in tutto il pianeta.

Come singolo giocatore di Pallacanestro Wilt Chamberlain è entrato nella Hall of Fame nel lontano 1979 e, nel 1996, in occasione del cinquantesimo anniversario dalla fondazione dell’NBA, è stato collocato tra i primi 50 giocatori della Storia del Basket.