Stefan Edberg quel Tennis pulito

che sarebbe succeduto al Re, Bjorn Borg

 

Stefan Edberg è stato uno dei più efficaci interpreti del mondo del Tennis: svedese di Vastervik, nasce il 19 gennaio del 1966. Si è cimentato con le racchette di tutto il mondo pochi anni dopo la fine della stupenda parabola del connazionale Bjorn Borg, un vero e proprio totem dello Sport, delle terre scandinave.

Di Stefan Edberg si comincia a parlare quando ha 16 anni, nel 1982, quando, con due anni di anticipo, gioca tra i diciottenni, e vince il Torneo dell’Avvenire, e sarà il nome giusto, per un futuro roseo e pieno di gioie e soddisfazioni. Infatti l’anno dopo realizza un clamoroso Grande Slam Juniores, cosa mai riuscita a nessuno, né prima né tanto meno dopo, di lui: conquista gli Australian Open all’inizio della stagione; a seguire il Roland Garros, Wimbledon e gli Open degli Stati Uniti d’America, a Flushing Meadows. Tutti cominciarono a girarsi verso la Svezia, perché a soli 17 anni passò professionista. Non poteva essere un caso, il primo posto nei quattro tornei individuali più importanti del mondo. E infatti come la gente aveva appena salutato Borg, che si è ritirato presto, diciamolo, si cominciò a innamorare del tennis veloce suo e di un altro svedese, Mats Wilander, anche lui giovane. E infatti si confrontano subito, nel 1984, nel torneo ATP di Milano, vinto da Edberg davanti al connazionale, incontrato nell’ultimo atto. Tra i suoi allori più significativi la vittoria ai Giochi Olimpici di Los Angeles, nel 1984, quando il Tennis era una disciplina dimostrativa; in California ha battuto in finale Francisco Maciel, in quella meravigliosa occasione e vetrina per il mondo della racchetta. La curiosità che fece scalpore è che Edberg vince la Medaglia d’Oro senza lasciare un set che è uno, ai tennisti incrociati sotto il sacro fuoco di Olimpia. Il suo rapporto con la massima espressione dilettantistica, le Olimpiadi, appunto, durerà altri quattro anni: a Seul arriva terzo sia nel torneo individuale che nel doppio. Non è una cosa da tutti, decisamente.

Nel 1985 il mondo intero comincia a pensare che allo svedese Edberg bisognerà abituarsi almeno per un altro decennio, e sarà così. Semifinale degli Australian Open contro Ivan Lendl, uno dei più forti del mondo. Edberg la vince in una interminabile battaglia giocata fino al quinto set, per 9-7 nella quinta frazione. E sull’erba di Kooyong, la finale la vince ancora contro Mats Wilander. E’ il primo alloro da Professionista di un percorso e di un sentiero meravigliosi! Tornerà a vincere in Australia nel 1987 superando, in quel confronto, l’idolo locale Pat Cash.

Ma un rapporto speciale Edberg lo vive con il Torneo di Wimbledon, il più prestigioso al mondo. A Londra perde una normale partita di secondo turno, nel tabellone british, contro un altro svedese, Erik Sundstrom, al quinto set, per 8-6. Abituerà i suoi tifosi e quelli rivali a lunghe maratone, un atleta capace di giocare alla grande su ogni tipo di superficie, durante il suo lungo percorso agonistico. Nel 1988 arriva in semifinale e perde dallo slavo Miroslvav Mecir: quando tutto sembra finito, vince al tie-break dopo aver annullato 12 palle-match durante il terzo set. Lo vince e fa la stessa cosa al quarto conquistando il quinto per 6-4. In finale trova Becker, che aveva eliminato Pat Cash e Ivan Lendl e concorreva a diventare, il tedesco, il numero 1 delle classifiche mondiali. Aveva il mondo ad applaudirlo, l’erede di Bjorn Borg, un altro svedese capace di vincere la competizione più legata alla tradizione antica del Tennis, nobile arte del mondo elitario e borghese delle discipline motorie.

Il 1989 fu l’annus horribilis di Edberg: si ritira in semifinale contro Thomas Muster per i dolori alla schiena in semifinale. Riprova con Parigi, torneo vinto da Juniores ma mai da Senior, unico a mancare nella sua bacheca preziosa di ogni ben di Dio. Supera Jimmy Arias e il talentuoso croato Goran Ivanisevic. Agli ottavi lo aspetta l’argentino Mancini, che ha vinto a Montecarlo superando Boris Becker, e a Roma, battendo André Agassi. In semifinale lo svedese batte proprio Becker ma in finale, avanti per 2-1, perde il quarto set dal diciassettenne Michael Chang, quello che fece infuriare Ivan Lendl battendo a cucchiaio in una sfida passata alla storia. E l’americano di origini cinesi vinse anche la quinta frazione. Anche a Wimbledon Edberg perde in finale dopo aver superato Tim Mayotte e John Mc Enroe in soli 3 set. Questa volta vince Becker, al bis, sull’erba di Londra. L’unico acuto annuale di Edberg sarà quello del torneo dei Masters, superando in semifinale il numero 1 al mondo, Ivan Lendl, e in finale prendendosi la rivincita con Becker, che era il numero 2 assoluto.

I migliori anni di Edberg sono il 1990 e il 91. Recuperata la migliore forma atletica paga dazio solo in finale contro Ivan Lendl, quando si ritira dopo aver vinto il primo set e si accinge a servire per il secondo. A Parigi perde subito, dall’astro nascente della terra rossa, Sergi Bruguera. A Wimbledon rischia l’eliminazione vincendo al quinto set con Mansdorf ma vince e arriva in finale contro Boris Becker. Vinse lo svedese al quinto per 6-4. Poi va in America dopo quell’anno e per altri due, vincerà tre volte di fila gli U.S. Open. Nel 1991 perde in semifinale da Lendl al quinto set dopo aver sciupato due match-point. A Wimbledon perde da Michael Stich dovendo rinunciare alla quarta finale consecutiva contro Becker. Raddrizza la stagione vincendo per la seconda volta negli Stati Uniti, eliminando un certo Jimmy Connors in semifinale, e Pete Sampras in finale.

Edberg si è sposato con Annette Olsen, modella svedese ed ex fidanzata di Mats Wilander. Avranno due figli, Emilia e Cristopher, e i successi ottenuti, dicono i bene informati, forse lo hanno già appagato. Infatti nel 1993 perde la finale degli Australian Open da Jim Courier, come l’anno prima. Quell’anno vincerà solo il Torneo di Madrid, sulla terra rossa. Nel 1994 non entra in nessuna finale e si consola con la quarta Coppa Davis vinta con la Svezia contro la Russia. Nel 1995 esce dai primi 10 del Mondo, e nel 96 annuncia che sarebbe stata, a 30 anni, la sua ultima stagione: arriva in finale al Torneo del Queen’s persa contro Becker, e la Svezia perde l’Insalatiera simbolo del primato delle squadre nazionali contro la Francia.

La sua carriera è costellata di tantissime convocazioni con la maglia giallo-blù della squadra nazionale della Svezia: gioca 7 finali di Coppa Davis vincendone ben 4, numeri da capogiro.

Nel 2004 Edberg è inserito nella International Tennis Hall of Fame, dopo aver vinto 806 incontri da Professionista con 270 sconfitte, sfiorando il 75% delle partite portate a casa. Significa che da Tennista lo svedese ha vinto i tre quarti delle gare disputate, cifre di assoluto rilievo statistico e prestigio internazionale.

Da ricordare alcuni avversari del suo periodo d’oro, tra i quali il tedesco Boris Becker, il più giovane finalista di Wimbledon, con il quale ha giocato tre finali consecutive, oltre allo statunitense Jim Courier, con cui si alternò al primo posto del ranking mondiale tra il 1992 e il 1993.

42 TITOLI VINTI nella sua lunga e prosperosa carriera, è stato sempre un atleta stimato per la correttezza sia dagli avversari che dagli addetti ai lavori esperti del settore tennistico. Edberg ha unito la bravura, il senso della posizione, la delicatezza di alcuni movimenti tecnici per esempio nelle voilée, al rispetto dato agli arbitri, ai giudici di linea, agli avversari. Tanto che ha vinto per cinque anni il Premio per la Sportività istituito e consegnato dall’ATP: che, dal 1996, anno del suo stop alle competizioni, porta il suo stesso nome. Va ricordato che Stefan Edberg e John Mc Enroe, sono stati numeri 1 sia nel Singolare che nel Doppio, anche se in periodi diversi.