Fondriest trentino DOC e Campione del Mondo

A soli 23 anni vinse la volata superando un Bauer, poi squalificato,

per aver sbattuto sulle transenne il belga padrone di casa Criquelion

 

Parliamo di Ciclismo, in questa giornata, rievocando un altro grande atleta della regione Trentino, a pochi anni dalla fine dell’attività agonistica di Francesco Moser. Oggi raccontiamo la parabola di un ragazzo nato e cresciuto a Cles, Val di Non, che nelle salite trentine ha saputo costruire i muscoli e la volontà necessari per arrivare a diventare Campione del Mondo nel 1988 a Renaix, in Belgio. Maurizio Fondriest. Nato il 15 gennaio 1965, da dilettante si è fatto notare vincendo due tappe al Giro d’Italia e conquistando il “Lombardia”. Il secondo anno il raccolto fu persino migliore. Siamo nel 1986 al Giro delle Regioni, dove vinse una tappa, concluse 2° nella classifica generale e primo in quella a punti riservata ai Gran Premi della Montagna. E’ l’anno in cui tra i Professionisti il Mondiale lo conquista Moreno Argentin, a Colorado Spring, negli Stati Uniti d’America. Lui, tra i Dilettanti, arriva 7°, senza sapere che di lì a 730 giorni, sarà lui, il numero 1 di tutto il pianeta, ma tra i grandi. Prima di passare tra i grandi, vince il Premio Italia nel 1987.

Il Mondiale 1988 in terra belga rappresenta l’apice della sua carriera, quel giorno. Maurizio Fondriest si era messo in mostra per la sua bravura, per la sua precoce intelligenza tattica a soli 23 anni vincendo una tappa alla Tirreno-Adriatico, la corsa dei due mari, e addirittura giungendo secondo alla Milano-Sanremo. Il Commissario Tecnico Alfredo Martini aveva preparato sul piano tattico il Campionato del Mondo sul talento assoluto di Saronni e di Bugno, che di lì a poco ne avrebbe vinte due, di maglie iridate, e in subordine, su Argentin, già campione planetario due anni prima, in America, o, al limite, su Guidone Bontempi nel caso di un arrivo in volata, cosa rara, per la cosiddetta corsa di un giorno. Ogni mondiale si corre su un circuito e, all’ultimo giro, parte Claude Criquelion, già primo assoluto nel 1984. Fondriest si mette a ruota dell’atleta del Belgio. Ma un compito fondamentale lo esercitò Davide Cassani, attuale selezionatore azzurro: il faentino annullò le azioni di pericolosi avversari del talento di Laurent Fignon e di Pensec, che si erano lanciati all’inseguimento di Criquelion e Fondriest. L’unico che riesce a riprenderli è il canadese Steve Bauer, a 800 metri dal traguardo. La volata è a tre, con Bauer che parte per primo, Criquelion lo infila ma viene sbattuto sulle transenne e finisce per terra, per una delle più grandi ingiustizie nella storia del Ciclismo. Il terzo è il trentino Fondriest, nostro giovanissimo rappresentante. Parte, supera Bauer ed è Campione del Mondo. Riviviamo il tutto con la appassionata voce di Adriano De Zan, storico telecronista della RAI.

Per la tredicesima volta l’Italia vince un Campionato del Mondo, e succederà ancora, a Bugno, due volte, Cipollini, e Paolo Bettini. Fondriest, forse, diventa Campione del Mondo troppo presto, a soli 23 anni: per il resto da Ciclista su Strada non è stato granché competitivo, nelle grandi corse a tappe, nonostante la sua bravura in salita, da buon trentino, e persino a cronometro. Infatti il miglior risultato al Tour de France risale al 1991, quando finisce ai Campi Elisi di Parigi quindicesimo. Nel 1993 al Giro d’Italia termina ottavo, a 13 minuti primi dalla maglia rosa e vincitore Miguel Indurain. Nella sua carriera la vince, finalmente, una Milano-Sanremo, forse la più bella classica italiana: al Poggio si presenterà in volata un’ulteriore volta giungendo 2° per la seconda volta nonostante i problemi alla schiena che ne hanno limitato il raccolto. Maurizio conquista sempre nel 1993, una Freccia Vallone e il Gran Premio di Zurigo. Due volte è stato primo, nel Giro del Lazio, nel 90 e nel 94.

Tra i premi ricevuti dal talentuoso ciclista del Trentino il Giglio d’Oro nel 1988, nell’89 e nel 1993; l’Atena d’Argento nell’88 e nel 1993, il Premio Italia Professionisti nel 93 e nel 95.

La curiosità assoluta riguarda la Coppa del Mondo, quella a punti, del 1991, quando la vince senza arrivare primo in nessuna prova, soltanto con i piazzamenti. Mentre il suo miglior anno è stato, mondiale dell’88 a parte, il 1993, quando vince 25 corse in linea, una tappa al Giro d’Italia, 3 al Giro del Trentino, vinto, e due alla Tirreno-Adriatico, che conquista alla grande.

Ai successivi Campionati del Mondo arriverà 9° nel 1990, con Bugno medaglia d’oro per la prima delle due volte del brianzolo, e 11° nel 1991 quando Bugno fa il bis, a Stoccarda. Sarà 5°, nel 1993.

A cronometro arriverà quarto ai Giochi Olimpici del 1996, ad Atlanta.

Un ulteriore premio lo ottiene nel 2012: è la Licenza d’Onore del Comune di Castrocaro Terme.

Dopo il ritiro dalle corse Fondriest fa il commentatore sportivo per diverse emittenti televisive, vista la competenza di chi le corse le ha vissute da dentro. Da imprenditore il trentino di Cles produce biciclette con il proprio marchio di famiglia.