Genitori Online, Reverdito Editore, spiega come bisognerebbe comportarsi nelle community social, nei gruppi Whatsapp. Ora che sono di grande tendenza, e che rappresentano il ponte comunicativo più immediato con altre famiglie, è necessario stabilire alcune piccole regole per rendere civili certi luoghi virtuali che di gradevole hanno ben poco. 

Cosa devono sapere gli internauti?

Che si tratti di genitori, adolescenti, o nonni, è bene che ricordino che “Un post è per sempre”, come ha sottolineato Isabella Chirico, pedagogista, a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus. Nel tempo abbiamo assistito ad una crescita esponenziale delle chat di incontro, 28 milioni di italiani sono collegati tramite dispositivi digitali, ovvero il 47% della popolazione, per questo è necessario regolamentare il comportamento degli internauti.

Esiste un regolamento per i genitori online?

“Si, è la netiquette, ovvero “il galateo virtuale che si fonda nel rispetto, e sul buon senso, degli scambi digitali. Questi sono costituiti da messaggistica, post, commenti, messaggi vocali. Tutto viene condiviso con altre persone, mi riferisco alle applicazioni Facebook e Whatsapp. Per entrare nel vivo della netiquette vorrei esplicitare alcuni consigli cui la netiquette fa capo:

  1. utilizzare il proprio vero nome e cognome, un’immagine che corrisponda alla nostra identità reale: è sinonimo di buona educazione;
  2. quando mandiamo richieste di amicizia a persone che non conosciamo, attraverso Facebook, sarebbe garbato accompagnare la richiesta con un messaggio di benvenuto di due righe;
  3. quando tagghiamo qualcuno dobbiamo fare attenzione, e dobbiamo capire se le persone danno il consenso per l’utilizzo di post o immagini.

La netiquette rimane una grande sconosciuta. Per le chat di classe su Whatsapp dobbiamo chiederci se i contenuti che condividiamo sono utili, sono veri? Sono domande che gli utenti non si pongono al momento in cui si espongono”, ha aggiunto la pedagogista, Isabella Chirico. 

Comunicazione virtuale vs reale

Genitori online, adolescenti impacciati, tenete a mente che “la comunicazione virtuale è anche reale. Se dico e scrivo cose in rete dovrei avere il coraggio di dirle anche dal vivo. Le parole danno forma al pensiero, fanno da ponte. Bisognerebbe ricordare che tutto quello che postiamo non è di nostra proprietà, ma di proprietà di Mark Zuckerberg. Una delle nostre frasi topiche descritta nel capitolo sulla fenomenologia del genitore è che un post è per sempre.”

Ascolta qui l’intervista integrale