Bollette. Il Sen. Silvio Lai (Commissione Bilancio Pd) è intervenuto sull’ emendamento fatturazione a 30 giorni a “Siamo ciò che paghiamo”, trasmissione condotta da Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Torneremo alla fatturazione a 30 giorni: che cosa significa?

Intanto che le aziende hanno quattro mesi per riadeguarsi alla normativa obbligatoria dei 30 giorni di fatturazione. Questo vale per tutte le attività legate alla telecomunicazione, compresa: tv, telefonia fissa e mobile. Noi abbiamo ritenuto che quella modalità di fatturazione fosse ingannevole nel senso che, non era chiaro ai consumatori che si stava procedendo con una diversa periodicità che di fatto generava una mensilità in più.

Abbiamo anche valutato se estendere la norma ai servizi pubblici (acqua gas, luce), ma in questo caso, dopo un confronto con i ministeri competenti abbiamo valutato non fosse necessario, in quanto si tratta di servizi che vanno a consumo.

Da questo unto di vista, le telecomunicazioni si sono riuscite ad aggrappare ad una normativa che le favorisse?

In realtà non c’era nulla che lo vietasse, se non il buon senso. In realtà quella che sembra una riduzione minima genere un mese in più durante l’anno. Dopo l’intervento delle autorità avvenuto qualche settimana fa, abbiamo voluto trasformare le loro indicazioni, in norma di legge, in modo che non vi fosse alcun dubbio.

Abbiamo voluto introdurre anche un altro elemento nel testo definitivo. Noi imponiamo alle aziende che forniscono servizi di fibra ottica di comunicare all’utente se il servizio arriva fino doppino telefonico di casa oppure, invece, è un servizio che si ferma alla centrale di trasferimento finale, i cui servizi sono più lenti. In questo modo tuteliamo il consumatore.

Per quale motivo l’aumento delle bollette telefoniche non ha rappresentato un problema economico o di principio per una fetta di consumatori?

Abbiamo notato che alcune compagnie avevano comunicato con largo preavviso il cambiamento, altre invece l’hanno fatto in modo più rapido e nascosto. Ad ogni modo, in entrambi i casi, è sembrato come se fosse scontato e accettabile che si passasse ad una fatturazione di 28 giorni. In realtà dobbiamo riprendere una capacità di reazione collettiva e la politica dovrebbe avere la sensibilità di cogliere i segnali da subito.

Dobbiamo creare le condizioni affinché il cittadino esca da una condizione di sudditanza. La linea tracciata da Ruffini sulla Riforma delle Agenzie delle Entrate, mi sembra l’orizzonte giusto. Secondo me ci sono le condizioni tecnologiche perché sia un servizio, quello che viene dato e non un sistema che chi controlla ti verifica e ti costringe a stare giorni e giorni a controllare che tu sia in regola in condizioni di difficoltà per le singole persone. Stiamo cercando di creare le condizioni affinché questo possa avvenire.

Se gli italiani fanno difficoltà a comprendere che siamo passati ad una fatturazione di 28 giorni, figuriamoci se possano perdere tempo a controllare che l’agenzia delle Entrate abbia fatto bene i conti. Possiamo stare tranquilli?

Io sono fiducioso e ritengo che il 90% degli italiani abbia bisogno di uno strumento molto snello di comunicazione dell’ Agenzia che consente con 4-5 cifre che verificano il patrimonio, i compensi le risorse in entrata e i costi in uscita ad avere un dato che ciascuno di noi può guardare in una pagina o due pagine al massimo.

Questo provvedimento sarebbe inoltre positivo anche per i commercialisti. Penso che dal prossimo anno si potranno eliminare molte altre trasmissioni. Dal momento in cui la fatturazione dovrà, quindi, entrare a regime poi tutti gli altri sistemi di controllo anti evasione potranno venire meno. Fatturazione digitale e fatturazione elettronica, penso siano la strada giusta.

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