NADIA COMANECI

Oggi apriamo lo spazio di una palestra e di un palazzo dello Sport per celebrare Nadia Elena Comaneci, la più grande campionessa di ogni tempo nella Ginnastica Artistica, la prima a ottenere un 10 nella storia della disciplina amata. E’ nata nella cittadina all’epoca chiamata Gheorghe Gheorghiu-Dej, la odierna Onesti, Romania, il 12 novembre del 1961: la madre scelse il nome perché in russo Nadežda significa speranza. E lei ha ripagato questo auspicio con un percorso, da atleta, da Donna, da dirigente, vincendo sempre. E’ passata alla leggenda per aver ottenuto 5 medaglie d’oro ai Giochi Olimpici. La sua specialità è stata quella delle parallele asimmetriche.

In assoluto Nadia Comaneci è stata definita una delle più grandi atlete di tutto il XX Secolo, ed è l’unica atleta, nella storia assoluta dello Sport, ad aver ricevuto l’onorificenza dell’Ordine Olimpico per due volte. Una prima nel 1984, appena finite le fatiche agonistiche, la seconda nel 2004.

La prima volta che si mosse in palestra aveva 3 anni con la società sportiva Flacara, che in rumeno vuol dire Fiamma, allenata da due riferimenti del livello di Duncan e Munteanu.

All’età di 6 anni è notata da Béla Karolyi nel cortile della scuola mentre giocava con un’amica; lui era in visita per cercare nuovi talenti. Fu la fortuna sua e della moglie Marta, che avevano appena dato i natali a una società sportiva nuova. A 8 anni Nadia partecipa ai campionati rumeni arrivando tredicesima. L’anno dopo, soltanto a 9, vince a squadre i campionati nazionali: è la più giovane medaglia d’oro di tutta la Romania e di tutta Europa.

Le prime soddisfazioni esterne alla nazione di provenienza sono del 1975, agli Europei di Skien, Norvegia, quando vince in tutte le specialità tranne il corpo libero, dove arriva seconda. Ma si è trattato di 4 medaglie d’oro continentali, e 1 d’argento. Il lancio nell’orbita internazionale è fatto perché nello stesso anno vince al volteggio, nelle parallele asimmetriche, il suo marchio di fabbrica, nella trave e nel concorso generale individuale. Un fenomeno è sbocciato, inarrestabile. 4 titoli nazionali a neppure 16 anni. Nel 1976 succede qualcosa di clamoroso: va a New York, al Madison Square Garden, sia nel preliminare che in finale, ottiene per la prima volta nella storia della disciplina della Ginnastica Artistica, 10, la perfezione. E accadrà altre due volte lo stesso anno, in Giappone, nella competizione conosciuta in tutto il mondo come la Chunichi Cup. Ma in mezzo ci sono le Olimpiadi di Montreal, dove vince tre medaglie d’oro, una d’argento e una di bronzo, contro Nelli Kim, cinese, che nei successivi 5 anni sarà la più insidiosa tra le sue rivali sportive. Alle Olimpiadi non era previsto, il 10, sui tabelloni, perché i computer erano programmati per registrare fino al voto di 9,99, e arrivò ritardata, la segnalazione, tra lo stupore dei tanti sportivi presenti. In quella manifestazione avrebbe per 6 volte ottenuto 10. Non l’avrebbe mai fatto più nessuno.

Quando torna in Romania dopo le conquiste olimpiche e gli applausi di tutto il mondo, Nadia Comaneci riceve da Ceausescu le più grandi onorificenze nazionali, tra queste è nominato Eroe del Lavoro Socialista. Come è successo in tutte le epoche, un eroe sportivo è sovente oggetto di propaganda, e capitò anche a lei, costretta a titolo personale, a diventare l’amante del terzo figlio del dittatore, Nicu. Un capitolo che non avrebbe più argomentato, per quanto è delicato il tema.

Torna a misurarsi in Europa a Praga, nel 1977, e vince 2 ori e 1 argento, ed ad Essen, Olanda, due anni dopo, con 3 titoli di Campionessa d’Europa nel volteggio, nel corpo libero e nell’individuale, e un 3° posto alla Trave.

Non vanno dimenticati i Campionati del Mondo. Nadia Elena Comaneci vince l’oro nella Trave a Strasburgo nel 78, e l’argento a squadre e nel Volteggio. L’anno dopo, 1979, a Forth Worth, Texas, Stati Uniti, vince il Mondiale a squadre con la Romania. Dopo queste gare soffre in ospedale per un avvelenamento causato da un taglio prodotto dalla fibbia metallica del fermapolsi. Ma il 1980 è l’anno delle Olimpiadi di Mosca, e Nadia vince l’Oro per altre due volte, nel Corpo Libero e nella Trave, con due ulteriori medaglie d’argento, a squadre e nell’individuale. Pensate che giunse 2° dietro a Yelena Davydova, con i giudici che, per decidere, si presero addirittura 25 minuti. Un’eternità.

Ulteriori successi arrivano alle Universiadi di Bucarest, quando lei, ancora non 19enne, conquista 5 medaglie d’oro, 4 da sola, 1 a Squadre.

Ha lasciato lo Sport appena prima di Los Angeles 1984. Nel 1989, il 28 novembre, un mese prima della caduta di Ceausescu, scappa dalla Romania a piedi camminando per 6 ore attraversando il confine con l’Ungheria dove l’amico Costantin Panait la aspetta con l’automobile, la porta in Austra e poi negli Stati Uniti d’America. Che la accolgono come rifugiata politica dichiarando che l’avrebbe fatto anche diversi anni prima, ma non ci fu nessuno, ad aiutarla nel volo verso la libertà. In America fa la modella per abiti da sposa e si cimenta come imprenditrice nel settore dell’abbigliamento sportivo. Si fidanza nel 1994 col ginnasta Bart Conner e fece ritorno in Romania, per la prima volta, 5 anni dopo. Dopo altri 2 nel 1996 si sposa, e a 44 anni, Nadia diventa Mamma il 3 giugno 2006, dell’unico figlio della coppia, Dylan Paul Conner, nato prematuro di tre settimane. .

Nel 1999 Nadia Comaneci è stata la prima atleta invitata a parlare alle Nazioni Unite per diffondere l’Anno Internazionale dei Volontari. Nel 2003 ha pubblicato il libro Letters to a Young Gymnast (Lettera a una giovane ginnasta). Oltre alle attività con il marito, 4 negozi di abbigliamento sportivo, l’Accademia di Ginnastica Bart Conner, che conta oltre 1000 allieve e studenti, la compagnia di produzione The Perfect 10 (Il 10 Perfetto), è impegnata sia nella Ginnastica che nelle attività a scopo benefico: tra queste è vicepresidente dell’International Special Olympics, presidente onoraria sia del Comitato Olimpico rumeno che della federazione ginnastica della Romania. Oltre a essere ambasciatrice dello Sport in tutto il mondo per conto della sua nazione.