“Giovani apatici e adulti miopi”, definisce così la situazione sociale dei giovani adolescenti Claudio Loiodice, a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus. Il sociologo ha raccontato gli sviluppi tecnologici che ci attraversano, e i gli stravolgimenti valoriali che ci vedono cambiati: nei ruoli, e negli equilibri.

In passato sembrava imprescindibile il ruolo della donna, il valore della famiglia, la funzione del sesso: adesso tutto è cambiato.

Viviamo una “rivoluzione vertiginosa, atomica. Le generazioni che ci hanno preceduto la pensavano come pensiamo noi delle giovani generazioni, nonostante tutto abbiamo saputo sfruttare le tecnologie che hanno cambiato il corso della navigazione, e delle guerre. Col tempo l’accelerazione tecnologica sarà sempre più cinica, e impetuosa. Già oggi abbiamo nuovi modi di relazionarci agli altri, sono gli effetti della tecnologia che ha preso il sopravvento sulle relazioni con gli altri”, ha affermato il dirigente dell’Associazione Nazionale Sociologi. 

Ora come allora, “il telefono ha accorciato le distanze e cambiato la connessione tra soggetti, superando le distanze fisiche. Sta qui l’innovazione più significativa.”

Gli adolescenti di oggi “saranno adulti diversi da noi, come noi siamo diversi dai nostri genitori. Viviamo un cambiamento epocale nelle relazioni affettive”, ha sottolineato Loiodice.

Sono stati definiti I-Gen la generazione degli internauti, iperconnessi. Grazie ad una ricerca di Jean Twenge, psicologa statunitense, emerge la velocità con cui i ragazzi si relazionano ai loro coetanei e l’inferiore qualità dei rapporti che intrattengono: sia amorosi, che amicali. 

Cosa possono fare gli adulti, la scuola, la famiglia? Possono “trasmettere saggezza”, secondo Claudio Loiodice, membro della British Sociological Association.

Giovani apatici e adulti miopi, sono il primo la conseguenza del secondo. Non dobbiamo per forza pensare il futuro come un periodo “cupo. Quello che sta accadendo deve farci trovare rimedi. Dei grandi drammi esistenti vedo l’apatia, che affligge i giovani, che è diretta conseguenza della miopia di noi adulti, che non abbiamo saputo adeguarci nella gestione della modernità. I ragazzi si trovano ad avere supporti che rendono la loro vita relazione più semplice, ma nessuno li ha educati ad un uso consapevole.”

La famiglia dovrebbe trasmettere “il gene della bontà d’animo e il virus del coraggio. La scuola dovrebbe lasciare spazio ai docenti giovani. C’è troppa differenza tra un ragazzino e il suo insegnante adulto. Parlano linguaggi che bisogna imparare a conoscere, altrimenti continuerà un dialogo tra sordi”, si è congedato così Claudio Loiodice.

 

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